La Stampa 14.12.18
Caso mensa
“Il Comune ha discriminatoi bimbi stranieri”
di Emilio Randacio
Comportamento
discriminatorio da parte del Comune di Lodi». Il tribunale di Milano
accoglie il ricorso dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e
dell’associazione di volontariato Naga. E, sempre il giudice, ordina di
«modificare il “Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali
agevolate” in modo da consentire ai cittadini non appartenenti
all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso» alle stesse
condizioni degli italiani.
Il giudice Nicola Di Plotti, nel suo
provvedimento, spiega come «non esistano principi ricavabili da norme di
rango primario che consentano al Comune di introdurre, attraverso lo
strumento del Regolamento, diverse modalità di accesso alle prestazioni
sociali agevolate» per i cittadini extra Ue. L’amministrazione comunale,
invece, ha previsto «specifiche e più gravose procedure poste a carico
dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea». Il
regolamento comunale, infatti, non prevede l’autocertificazione e per
molti stranieri è difficile reperire la documentazione che accerti che
non possiedano proprietà nel loro Paese d’origine.
La decisione del sindaco
Si
tratta, scrive il Tribunale, «di discriminazione diretta, essendo
trattati diversamente soggetti nelle medesime condizioni di partenza e
aspiranti alla stessa prestazione sociale agevolata». Un duro colpo per
l’amministrazione leghista del comune lodigiano. Lo scandalo scoppia due
mesi fa, quando il sindaco Sara Casanova decide un giro di vite sul
regolamento delle mense scolastiche. Per ottenere le esenzioni, le
famiglie di origine extracomunitaria dovranno produrre certificati del
paese d’origine da cui si esclude di avere beni immobili. Iter
complesso, soprattutto per via di traduzioni e della necessità delle
famiglie coinvolte, di tornare nel proprio paese per ottenere la
documentazione richiesta. Iniziano le proteste, soprattutto
l’indignazione di molte altre mamme lodigiane, contrarie ad atti
discriminatori, come l’esclusione dalla mensa di chi non produce la
documentazione richiesta. Ma la denuncia di queste mamme, scatena una
vera e propria gara di solidarietà. Sono loro ad accollarsi il prezzo
dei servizi per le famiglie escluse. Nel giro di pochi giorni, da tutta
Italia arrivano oltre 100 mila euro. Da ieri, non sarà più necessario.
Il comune sarà costretto a rivedere il regolamento.