Il Sole Domenica 23.12.18
Sebastiano Maffettone
Un vademecum per leggere Marx
Sdrammatizzato il contrasto tra il Marx materialista e il Marx «umanistico»
di
Mario Ricciardi
Cominciato
in sordina, sull’onda della lunga crisi economica, il dibattito
sull’attualità degli scritti di Karl Marx ha acquistato nuovo vigore nel
corso del 2018 per via del bicentenario dalla nascita del pensatore
tedesco. Sembra che ci sia ormai un consenso molto ampio sul fatto che è
ora di tornare a leggere Marx con attenzione. Chi volesse seguire
questo consiglio, si troverebbe tuttavia ad affrontare un serio
problema. Gli scritti di Marx non sono di facile comprensione per un
lettore alle prime armi. Le sue opere più importanti, infatti, a
cominciare dal monumentale Capitale, di cui è coautore l’amico e
collaboratore di una vita Friedrich Engels, si occupano principalmente
di economia, ma con uno stile e un lessico piuttosto lontano da quello
dei testi odierni di questa disciplina. Serve quindi una guida, un
mediatore, che sappia accompagnare il lettore in un percorso di scoperta
tutt’altro che facile. A raccogliere la sfida di redigere un vademecum
al pensiero di Marx è stato Sebastiano Maffettone, un maestro della
filosofia politica italiana, noto anche all’estero per i suoi lavori su
Rawls e sulla teoria della giustizia. Proprio tali caratteristiche della
formazione e del profilo intellettuale di Maffettone rendono la lettura
di questo libro particolarmente interessante. L’autore, come afferma
egli stesso nelle prime pagine, non è mai stato marxista. La sua non è
quindi una lettura di parte, ispirata dal proposito di difendere la
reputazione di un pensatore il cui nome è inevitabilmente connesso alle
vicende tragiche del “socialismo reale” del XX secolo. Questa estraneità
di Maffettone al marxismo non comporta tuttavia un’ostilità
preconcetta. Al contrario, con spirito laico egli vuole rileggere questo
«filosofo tedesco della seconda metà del XIX secolo» per aiutarci a
comprenderlo meglio, collocandone le idee nel contesto storico in cui
furono formulate, ma anche mostrando che esse conservano una certa
rilevanza per la situazione attuale.
L’ambiente di formazione e
gli scritti degli anni giovanili di Marx sono oggetto di attenzione nei
primi capitoli del libro di Maffettone. Giustamente, perché non è
possibile comprendere le idee del Marx maturo, senza familiarizzarsi con
il mondo dei “giovani Hegeliani”, un gruppo di pensatori di
straordinario interesse, che rivoltavano le “armi della critica” contro
lo stesso Hegel, e quindi contro la cultura dello Stato e della
borghesia Prussiana cui il filosofo aveva assegnato un posto di rilevo
nella sua ricostruzione filosofica delle vicende dello Spirito. Tra gli
esponenti di questa corrente di pensiero, quello che esercita la
maggiore influenza su Marx è Ludwig Feuerbach, la cui critica della
religione su basi materialistiche sarà il “campo base” dal quale parte
il percorso che condurrà, nel giro di pochi anni, alla prima
formulazione di alcune delle tesi centrali del pensiero marxiano. A
questa stagione, che corrisponde alla metà degli anni quaranta
dell’Ottocento, appartengono le riflessioni consegnate ad alcuni
quaderni, che verranno pubblicati solo a partire dagli anni Venti del
secolo seguente. Questi “manoscritti economico-filosofici” riveleranno
un Marx che alcuni vollero considerare “umanistico”, in contrapposizione
a quello austeramente materialista della vulgata Sovietica. Maffettone
ci aiuta a rileggere questa vecchia polemica sdrammatizzando il
contrasto tra i due Marx. L’elaborazione delle tesi sull’alienazione e
sullo sfruttamento dei manoscritti orienta sempre più l’interesse di
Marx verso i fondamenti dell’economia politica, e questo lo conduce a
riformulare le proprie idee portando in primo piano la prospettiva
macroeconomica, letta attraverso una concezione materialistica dello
sviluppo della società e dunque della storia. Le pagine in cui
Maffettone descrive in modo accessibile le idee economiche di Marx sono
brillanti. Sono pochi i filosofi che riuscirebbero a districarsi
nell’orizzonte teorico del Capitale spiegando perché l’economia
posteriore, per effetto della svolta marginalista e neoclassica, ha
preso una strada che sembrava aver relegato le idee di Marx
nell’irrilevanza. Maffettone corregge questa percezione ricordando
alcune riletture contemporanee del pensiero di Marx che dovrebbero
essere di grande interesse anche per gli economisti – come quelle di
G.A. Cohen, Jon Elster o John Roemer – e l’attualità di diversi aspetti
della critica del capitalismo che il pensatore tedesco ha cercato di
delineare nelle sue opere mature. Sotto questo profilo, i liberali e i
socialdemocratici hanno buone ragioni per tornare a leggere Marx.
Alla
fine il Marx di Maffettone è un filosofo acuto e profondo, che non è
mai riuscito a dare forma definitiva alle proprie idee, che in molti
casi sono più delle intuizioni, o delle tracce da cui partire, che gli
elementi di una dottrina da applicare.
Karl Marx nel XXI secolo
Sebastiano Maffettone,
Luiss University Press, 2018,
pagg. 184, € 12