sabato 8 dicembre 2018

il manifesto 8.12.18
Val di Susa sbarca in città: «È il giorno della liberazione»
Alta velocità. Oggi a Torino la risposta dei No Tav alla «marcia dei 40 mila» favorevoli al contestato Tunnel. Attese migliaia di persone
di Mauro Ravarino


TORINO L’8 dicembre non è una data scelta a caso per rispondere alla nuova marcia dei 40 mila, che un mese fa portò in piazza Castello, cuore di Torino, i Sì Tav con tanto di «sviluppismo d’antan» e l’invito agli oppositori dell’alta velocità Torino Lione a «comprarsi una mucca e una pecora», sloggiare dalla Val di Susa per andare a vivere su qualche montagna isolata. È il giorno dell’anniversario della liberazione di Venaus, vero mito fondativo del movimento No Tav: l’8 dicembre del 2005, pochi giorni dopo il violento sgombero del presidio da parte delle forze dell’ordine, un nutrito corteo partito da Susa rimosse le reti di recinzione del futuro cantiere e invase i prati, bloccando così i lavori.
A Torino, quest’oggi sono attese decine di migliaia di persone. È una tappa nodale della lunga lotta contro una grande opera ritenuta inutile, impattante e costosa. La partenza è fissata per le ore 14 da piazza Statuto, il serpentone si dirigerà, poi, verso piazza Castello, luogo che più volte il movimento ha riempito. La scossa del 10 novembre si è sentita, il movimento si è rimesso in moto.
«Se sottotraccia ci è stata lanciata una sfida, noi, sottotraccia, l’accettiamo e per questo saremo a Torino a portare le nostre idee con temi chiari e non potremo certo essere presentati come qualcosa di vecchio e, a differenza di altri, non tiferemo per Cavour», ha commentato Lele Rizzo, uno dei leader della protesta, presentando la manifestazione. Contro gli slogan retorici dei Sì Tav «le madamin e gli imprenditori» e «la loro ideologia ottocentesca», i No Tav oppongono «dati, fatti e argomenti», per smontare le cicliche «fake news» (come la chimera che porti lavoro) nonché una trentennale storia di partecipazione, invidiata da Nord a Sud.
La priorità italiana, come ha detto su queste pagine lo storico dell’arte Salvatore Settis, è la messa in sicurezza di un territorio fragilissimo come quello della nostra penisola. Un’iniziativa che porterebbe molto lavoro, come la ristrutturazione indispensabile di strade, scuole ed ospedali. «Stiamo assistendo – ha raccontato, durante la presentazione, il sindaco della Val di Susa, Sandro Plano, Pd non allineato al pensiero unico – a una omissione delle vere necessità del Paese. Quando si dice “prima gli italiani” bisognerebbe veramente pensare al bene di tutti gli italiani e che si vada rapidamente da Torino a Lione mi sembra, invece, una questione irrilevante. Il collegamento tra Italia e Francia per merci e persone è già ampiamente assicurato».
Arriveranno a Torino da ogni parte d’Italia per testimoniare come la lotta No Tav sia tutto fuorché nimby. Ci saranno anche i No Terzo Valico. Nei cantieri dell’infrastruttura, a Voltaggio in provincia di Alessandria, è rimasto gravemente ferito un operaio, caduto per 3-4 metri durante le operazioni di «impermeabilizzazione» di un pozzo di aerazione. Ci saranno, tra gli altri, Legambiente, Arci, Rifondazione, Sinistra italiana, Dema, la Fiom, molti sindacalisti della Cgil, la Cub. Ci sarà anche il M5s, un tempo grande sostenitore della lotta ora, al governo con la Lega, in una posizione meno lineare. Sarà contestato? Per ora, non ci sono segnali in questa direzione, ma non è da escludere.
Il movimento No Tav in questi giorni ha tenuto un profilo basso sulle diatribe politiche a Palazzo Chigi. È atteso Beppe Grillo, non si è sicuri, però, se verrà. Alberto Perino ha detto di averlo direttamente invitato cogliendo l’occasione di annunciargli via sms la prescrizione del reato di violazione dei sigilli alla baita della Maddalena di Chiomonte. Ci sarà, probabilmente, anche qualche gillet giallo transalpino, i provenienti dalla zona della Maurienne.
Alla manifestazione sarà presente, con la fascia tricolore, il vicesindaco di Torino Guido Montanari. La sindaca Chiara Appendino, auspicando «una manifestazione pacifica», intercettata davanti al Mise prima dell’incontro con Di Maio ha dichiarato: «Credo che entro fine mese si conosceranno i costi e i benefici e anche i costi di una eventuale uscita dall’opera. È opportuno che si faccia in fretta perché l’indecisione ha un peso, quindi bene le analisi, poi il governo deve decidere».
Il ministero dei Trasporti, ieri, ha descritto come «fake news in piena regola» le millantate analisi costi-benefici che vengono evocate in questi giorni dai favorevoli all’opera. «Esistono sette documenti che valutano vari aspetti del progetto specifico o il Corridoio Mediterraneo nel suo complesso, che non possono però essere definiti come vere e proprie analisi costi – benefici. Non forniscono, infatti, una valutazione della redditività socio-economica dell’intero progetto».
Questa è la giornata internazionale contro le «grandi opere inutili, imposte e per la difesa del pianeta», diversi movimenti si mobiliteranno nei propri territori. Per i No Tav è una giornata campale, ma loro ribadiscono, come riporta il manifesto della manifestazione disegnato da Zerocalcare: «C’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre».