il manifesto 8.12.18
Oggi la protesta è globale: tutti in piazza da Katowice all’Italia
Clima.
Le battaglie territoriali si fondono con quelle per il pianeta. Oggi
manifestazione in Polonia e in altri 20 paesi del mondo. In Italia in
piazza i No Tav, i No Tap e i No Muos
di Maura Peca
KATOWICE
Sono passati due mesi esatti dalla pubblicazione del report dell’Ipcc
che ha lanciato l’ennesimo allarme sui rischi dell’aumento di
temperatura di un grado e mezzo, e solo pochi giorni dal clamore creato
dall’annuale Emission Gap Report dell’Unep che conferma la necessità di
un impegno 5 volte maggiore di quello attuale per scongiurare il peggio.
Eppure
– di fronte al tepore delle posizioni degli Stati, al negazionismo di
America, Brasile e Australia, alla smaccata difesa del carbone promossa
dal leader polacco qui alla Cop24 – sembra che a cogliere la gravità
della situazione siano solo cittadini, movimenti e associazioni che
oggi, in maniera coordinata, scendono in piazza a Katowice e nel resto
del mondo.
«Sveglia! È arrivato il momento di salvare la nostra
casa», è lo slogan scelto dagli attivisti polacchi. In controtendenza
rispetto agli slogan razzisti dell’impressionante marcia nera a Varsavia
qualche settimana fa, si prova a restituire senso nuovo al concetto di
casa comune, minacciata non dai falsi pericoli indicati dalla xenofobia
dei rappresentanti politici ma dagli impatti dei cambiamenti climatici.
Inondazioni, acidificazione degli oceani, innalzamento dei mari,
scomparsa di preziosi ecosistemi, siccità e desertificazione,
intensificazione degli eventi estremi, migrazioni climatiche sono solo
alcuni dei fenomeni che minacciano la sopravvivenza di sempre più
persone e comunità.
Per ragionare sull’importanza di reti a
livello globale contro i cambiamenti climatici, il Climate Hub, qui a
Katowice, situato proprio di fronte alla sede ufficiale della Cop, prova
a raccogliere quella collettività globale che poco si sente
rappresentata dalle decisioni ufficiali e a mettere assieme i pezzi di
un mosaico di analisi e pratiche tese a una riconversione ecologica di
economia e società. Dopo giorni di folla e discussioni, oggi l’Hub
sociale è vuoto: attivisti e ricercatori sono usciti nonostante il
freddo pungente per partecipare alla Marcia per il Clima che ha luogo
qui e in almeno altri 20 paesi, da una parte all’altra del globo.
A
Katowice il corteo è programmato alle 12 da piazza Wolnosci, nel centro
della città industriale. I cartelli e gli striscioni richiamano
l’urgenza di agire a livello globale e chiedono a gran voce l’uscita del
paese dal carbone. Anche in Italia la chiamata globale a mobilitarsi è
stata raccolta su più fronti.
Oggi molte iniziative e azioni sono
in programma in molte città. È una delle proposte emerse dall’assemblea
dei comitati No Triv svoltasi a Roma a novembre: nei territori colpiti
da progetti estrattivi le azioni contro i combustibili fossili sono
diffuse e numerose. Altri appuntamenti: in piazza a Padova la Marcia
Mondiale per il Clima, a Niscemi la manifestazione No Muos, a Melendugno
il corteo No Tap e a Torino la Marcia No Tav.
La coincidenza
della data scelta quest’anno a livello internazionale per le
manifestazioni sul clima con la giornata contro le grandi opere inutili e
imposte, da anni celebrata da differenti realtà territoriali italiane,
ha approfondito la riflessione sulla connessione profonda tra battaglie
ambientali e crisi climatica.
Cosa accomuna la lotta a Tap, Tav,
ai nuovi metanodotti auspicati nella Strategia energetica nazionale del
2017, il revamping degli inceneritori esistenti e la costruzione di
altri 8 impianti di termovalorizzazione se non la loro preoccupante
azione clima-alterante che gli scienziati ci dicono di azzerare? Per
questo in piazza, tra le diverse bandiere delle battaglie territoriali,
ci saranno richiami alla giustizia climatica. A muoverle, oltre al
vento, la consapevolezza che per salvare il pianeta occorre parlare un
linguaggio comune e guardare nella stessa direzione.
*A Sud