sabato 8 dicembre 2018

Il Fatto 8.12.18
Il progetto Bassetti: così la Chiesa prepara il ritorno in politica
Il capo della Cei - Formare e reclutare nuovi dirigenti - Idee
di Carlo Tecce


Il cardinale Gualtiero Bassetti è l’uomo che spinge per il ritorno dei cattolici in politica e non proprio per il semplice e sterile ritorno di un partito cattolico, scomparsa l’egemonia culturale con la Democrazia Cristiana e smorzati i rantoli dei cartelli elettorali sempre più piccini che per oltre vent’anni hanno alimentato la diaspora nella seconda Repubblica. Il fiorentino Bassetti è un prete di provincia, di una frazione di Marradi, appennino toscano, oratoria non arzigogolata, cita spesso Giorgio La Pira, don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, spedito a Piombino nell’epoca agitata dell’industria siderurgica, arcivescovo metropolita di Perugia, capo dei vescovi italiani nominato da papa Francesco.
Oggi i cattolici e pure la Chiesa rischiano l’irrilevanza nell’Italia degli arrabbiati, per usare un’espressione di Camillo Ruini, menzionato con discrezione dai vertici Cei e forse con un po’ di pudore perché il ruinismo – una presenza a tratti invadente per l’autonomia politica – appartiene al passato. Quello che la Cei di Bassetti persegue è l’ambizione di rianimare il pensiero cattolico in politica, adesso che il dialogo con il governo dei gialloverdi di Giuseppe Conte è inesistente, mentre la destra moderata e la sinistra progressista sono in agonia. Nel vuoto che circonda i gialloverdi, in assenza di interlocutori e di autorevoli politici di professione, per contrastare soprattutto l’ascesa di Matteo Salvini, la Conferenza episcopale asseconda i movimenti che, per banalizzare, si creano dal basso. Come l’associazione “Insieme” di Giuseppe Simoni, vescovo emerito di Prato. Come il ruolo più attivo dell’istituto don Luigi Sturzo o della comunità di Sant’Egidio. Come le battaglie culturali di Leonardo Becchetti, Alessandro Rosina, Mauro Magatti, e tanti altri sociologi, economisti, intellettuali.
I vescovi con le chiese deserte comprendono lo spirito del tempo che ha distrutto i riferimenti classici, le categorie storiche e i cosiddetti corpi intermedi, sono consapevoli che il rientro dei cattolici in politica debba passare per i laici e non per il clero. Perché, spiegano sommessi, anche il clero è screditato. Allora il progetto di Bassetti, che sarà all’ordine del giorno del consiglio permanente Cei di gennaio, prevede la nascita di una strumento – un partito mascherato? – per intervenire nel dibattito politico e per formare i futuri politici. Un anno fa, ancora prima di Salvini al governo, durante un convegno su La Pira, Bassetti ha condensato il suo manifesto politico in poche righe: “Solo con una politica che abbia veramente a cuore la dignità della persona umana e che utilizzi il bene comune come unico criterio di scelta, si possono trovare delle soluzioni responsabili e realiste alle grandi sfide del mondo moderno: ai temi dello sviluppo, del disarmo, della mobilità umana, della bioetica, della convivenza di culture e religioni diverse, degli equilibri ecologici”.
Il sentimento che attraversa la Chiesa per un più forte impegno in politica – “di umanità e santità”, per dirla con La Pira – non riguarda soltanto il vento leghista che avanza, ma anche il rapporto con il pontificato di papa Francesco. Jorge Mario Bergoglio s’è trasferito a Roma con un doppio (pre)giudizio negativo: la Curia troppo italiana che trama (e non s’è sbagliato) e la Cei schiacciata dal Vaticano. Il cardinale Angelo Bagnasco ha tentato di muovere la Cei con la stessa efficacia dell’illustre predecessore Ruini, ma s’è scontrato con la figura ingombrante di Tarcisio Bertone, il Segretario di Stato di Joseph Ratzinger, il vice-papa.
Francesco ha riportato la Cei al centro dell’agone politico con scarsi risultati, quasi disinteressato alle vicende interne italiane, e adesso la Chiesa è marginale, dà l’impressione di essere afona pure se grida. Con la promozione-rimozione di Angelo Becciu, il sostituto agli Affari generali in Segreteria di Stato rimpiazzato dal venezuelano Edgar Pena Parra, il Vaticano ha ridotto l’influenza dall’altra parte del Tevere. E dunque la Cei è costretta a uscire dalle sagrestie, a parlare ai fedeli che sono cittadini e ai cittadini che sono o possono diventare politici. I vescovi hanno investito le residue speranze sui Cinque Stelle, ma il governo gialloverde è percepito lontano. Così la Chiesa si organizza per dare un’opposizione all’Italia.