il manifesto 5.12.18
Cannabis, il Messico verso la legalizzazione
Fuoriluogo.
Il Paese si avvia ad essere la terza nazione dopo Uruguay e Canada, a
permettere la produzione, il commercio ed il consumo. Secondo la
proposta i maggiorenni potranno richiedere un permesso per seminare,
coltivare, raccogliere, preparare e trasformare fino a 20 piante
destinate all'uso personale
di Hassan Bassi
Il
1° dicembre si è insediato il nuovo governo messicano sotto la guida del
Presidente Andrés M. López Obradorin, e di cui fa parte la senatrice
Olga Sánchez Cordero prima donna nella storia messicana ad essere
nominata a capo della Secretaría de Gobernación ovvero del Ministero
dell’Interno. Olga Cordero aveva presentato al Senato, ad inizio
novembre un progetto di legge di regolamentazione della cannabis,
promosso già in campagna elettorale, ma reso ancora più urgente dai
pronunciamenti della Corte Costituzionale messicana. Alla fine dello
scorso ottobre infatti la Corte si era pronunciata per la quinta volta a
favore del diritto fondamentale per un adulto alla libertà dello
sviluppo della propria personalità, libera da proibizioni insensate,
come quella di essere perseguito per uso e coltivazione personale di
marijuana.
Questa pronuncia ha di fatto dichiarato
incostituzionali le norme proibizioniste vigenti nel paese, ed imposto
ai tribunali di assolvere gli imputati per i reati di uso e coltivazione
a scopo personale. «Non siamo favorevoli alla liberalizzazione totale
delle droghe, ma siamo a favore della libertà e dei diritti, (…)
all’autodeterminazione, e per liberare coloro che sono sotto la minaccia
del crimine organizzato», queste sono le parole usate dalla senatrice
nel presentare la proposta al Parlamento e che ha aggiunto: «Non
vogliamo più morti, non importa che siano poliziotti, militari o
narcotrafficanti, non vogliamo più vittime collaterali, non vogliamo
famiglie in lutto, non vogliamo più sangue che sporchi il nostro paese
quando avremmo potuto evitarlo».
Il Messico è infatti uno dei
paesi più martoriati dalle guerre causate dal narcotraffico e solo lo
scorso anno gli omicidi sono stati 31.000 secondo l’Istituto Nazionale
di Statistica messicano, mentre da quando l’esercito è stato impegnato
nella «guerra alla droga» 12 anni fa, i morti sarebbero 235.00. Numeri
da guerra civile. La legge sulla legalizzazione della cannabis sarà il
primo passo per una nuova politica sulle droghe, che affronti il tema
fuori dall’ottica repressiva e proibizionista, ma dal punto di vista dei
diritti umani e della tutela della salute. Promotore nel 2012 insieme
con Guatamela e Colombia dell’appuntamento speciale dell’Onu sulle
droghe Ungass 2016, durante il quale anche il Presidente Peña Nieto
aveva preso posizione seppure con cautela e qualche indecisione iniziale
contro «i limiti del paradigma proibizionista», il Messico si avvia
così ad essere la terza nazione dopo Uruguay e Canada, a legalizzare la
produzione, il commercio ed il consumo di cannabis.
Secondo la
proposta i maggiorenni potranno richiedere un permesso per seminare,
coltivare, raccogliere, preparare e trasformare fino a 20 piante di
cannabis destinate al consumo personale con una produzione che non
superi i 480 grammi all’anno, e non vi sarà alcun divieto di fumare
negli spazi pubblici. Per la commercializzazione sono previste delle
licenze per coltivazione, conservazione, trasporto e vendita a negozi
specializzati, mentre rimane vietata la pubblicizzazione, la vendita o
cessione ai minorenni. Rimane anche l’indicazione di divieto di guida di
veicoli sotto l’effetto della cannabis.
Con l’approvazione della
legge si potrà attraversare il continente nord americano sulla costa
ovest dal Canada al Messico senza mai uscire da una giurisdizione che
abbia legalizzato la marijuana. E chissà che questo non rappresenti il
primo passo della previsione espressa dall’ex Presidente della
Repubblica Vincente Fox che ha dichiarato: «Tutte le droghe, inclusa la
cocaina, l’eroina e la metanfetamina saranno legali in Messico entro 10
anni. La marijuana è un primo passo, ma il processo è irreversibile».