il manifesto 5.12.18
Israele-Hezbollah, nel tunnel verso la guerra
Medio
oriente. Dopo l'incontro di domenica in Belgio tra Netanyahu e Pompeo,
Israele ha annunciato ieri la scoperta di una galleria sotterranea
scavata dal movimento sciita Hezbollah sotto la linea di confine. Si
teme un nuovo conflitto
Il nord di Israele visto dal versante libanese del confine
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
Non vanno presi sottogamba il richiamo di una parte dei riservisti e lo
spostamento verso nord di batterie di artiglieria annunciati ieri dalle
forze armate israeliane nell’ambito dell’operazione “Scudo del Nord”,
ufficialmente diretta a individuare e neutralizzare i tunnel che il
movimento scita Hezbollah starebbe scavando tra il territorio libanese e
il nord di Israele. Ieri è apparsa evidente la rilevanza del viaggio
improvviso di Netanyahu in Belgio dove due giorni fa ha incontrato il
Segretario di stato Mike Pompeo per informarlo delle iniziative che
Israele avrebbe compiuto il giorno dopo a ridosso della linea di confine
con il Libano. «Stiamo prendendo azioni determinate e responsabili in
tutti i settori e continueremo con altre operazioni, aperte e coperte,
in modo da assicurare la sicurezza di Israele», ha proclamato ieri
Netanyahu aggiungendo che «chiunque attacchi Israele pagherà un prezzo
pesante».
Di tunnel di Hezbollah si parla da anni. Così come di un
nuovo “round” tra Hezbollah e Israele, dopo la guerra del 2006. Il
movimento libanese ha ammonito che, in caso di conflitto, attaccherà con
i suoi uomini in Alta Galilea in modo da far provare agli israeliani
ciò che provano i libanesi durante le offensive dello Stato ebraico.
Qualcuno ipotizza un piano di Hezbollah per prendere il controllo, per
diverse ore, di un centro israeliano e le gallerie sotterranee avrebbero
la funzione di favorirlo. Non è chiaro quando Israele ha localizzato
ciò che definisce il primo “tunnel di attacco” scavato da Hezbollah. Un
portavoce militare ha detto che la galleria, lunga 200 metri, alta due
metri e larga altrettanti, partiva da Kafr Kela in Libano per arriva nei
pressi di Metulla, nel nord di Israele. Esisterebbero altri tunnel e
tutti saranno distrutti. Hezbollah, almeno fino a ieri sera, non ha
commentato la notizia.
Ci si interroga sui motivi che hanno spinto
il governo israeliano a dare solo ora la notizia. La guerra è
imminente? Amos Harel, esperto militare del quotidiano israeliano
Haaretz, tende ad escluderlo. Potrebbe però essere cominciata la fase
della preparazione mediatica di una offensiva che potrebbe scattare nei
prossimi mesi. Israele forse prepara l’opinione pubblica in Usa ed
Europa a una guerra “preventiva” in Libano. Il quadro della situazione
però è più complesso. Il viaggio di Netanyahu a Bruxelles indica che
Israele vuole risposte immediate dagli alleati occidentali riguardo al
suo potere di deterrenza messo in forte dubbio dai missili di Hezbollah.
Da diverse settimane gli analisti israeliani scrivono che terminata, di
fatto, la crisi siriana con la vittoria del presidente Bashar Assad,
Hezbollah sta richiamando in patria centinaia di combattenti ben
addestrati dopo anni di battaglie accanto alle truppe siriane. E questi
uomini sarebbero stati mandati a sud. Non solo, sostengono ancora gli
israeliani, l’Iran avrebbe deciso di rifornire di missili e armi
Hezbollah direttamente in Libano, per prevenire gli attacchi aerei
israeliani.
Netanyahu in Libano ha le mani legate. Lì la sua
aviazione non può bombardare liberamente come ha fatto in Siria per anni
– fino allo scorso 17 settembre quando è stato abbattuto un velivolo da
trasporto russo (15 morti) e Mosca ha lanciato pesanti avvertimenti a
Tel Aviv – perché le bombe israeliane scatenerebbero la reazione
immediata di Hezbollah. Il movimento sciita ha già avvertito di
considerare qualsiasi azione offensiva in Libano come un casus belli.
Netanyahu perciò deve decidere se portare il paese in una guerra della
durata forse di mesi, con pesanti conseguenze anche per la sua
popolazione. Nel frattempo, con la scoperta dei tunnel, allerta gli
alleati e ammonisce Hezbollah.