il manifesto 4.12.18
Donne migranti, le più colpite dal decreto Salvini
Diritti.
I movimenti e i centri anti-violenza denunciano gli effetti specifici
della misura da un punto di vista di genere. Le donne richiedenti asilo
in Italia sono quadruplicate negli ultimi tre anni.
di Shendi Veli
Le
implicazioni del decreto sicurezza, approvato dalle camere nei giorni
scorsi, sono rilevanti per chiunque, ma in modo particolare per le
donne. A farlo presente è Dire, la rete dei centri anti-violenza, con un
comunicato stampa. Ma sul tema si è espresso anche Non Una di Meno,
movimento nato contro la violenza di genere, con una scheda illustrativa
sugli aspetti più problematici della misura.
L’ELEMENTO PIÙ
CONTESTATO è l’eliminazione della protezione umanitaria. A differenza
dell’asilo politico, accordato quasi esclusivamente in base al paese di
provenienza, la protezione considerava la condizione individuale del
richiedente, e veniva solitamente concessa a chi scappava da catastrofi
naturali, discriminazioni, estrema povertà o situazioni di violenza. Per
molte donne vittime di tratta ottenere la protezione umanitaria era il
primo passo per uscire dalla condizione di schiavitù. «Le donne incinte o
con bimbi nati da stupri buttate in mezzo a una strada smascherano
definitivamente quell’apparente schierarsi al fianco delle donne con
provvedimenti roboanti quanto elusivi tipo il Codice rosso, che di fatto
interviene su misure già ampiamente previste dal Codice ma disapplicate
nei fatti» afferma la rete Dire.
ALTRA NOVITÀ DEL DECRETO Salvini è
l’aumento da 3 a 6 mesi del tempo massimo di permanenza nei Cpr (Centri
per il Rimpatrio) per chi perde o non ottiene il permesso di soggiorno.
In queste strutture, spesso denunciate per le pessime condizioni igenico
sanitarie e la privazione di libertà, sono recluse molte donne. Le
migranti, infatti, più soggette a contratti di lavoro a tempo o al
lavoro nero, sono le più esposte al rischio di non vedersi rinnovare il
permesso. Nel Cpr di Ponte Galeria, vicino Roma, lo scorso 13 Novembre è
morta per un malore una donna, Natalia.
SANCITA NEL DECRETO anche la
lotta alle occupazioni abitative. Un approccio che senza un
investimento strutturale nell’housing sociale, rischia di lasciare
migliaia di persone per strada. «Le donne, in particolare le madri
single, trovano spesso nelle occupazioni l’unica soluzione praticabile
all’emergenza abitativa, soprattutto quando costrette ad allontanarsi da
un partner violento» spiega Enrica Rigo, Non Una di Meno – Roma.
INOLTRE
LE NUOVE NORME sulla cittadinanza rivedono in senso restrittivo quelle
vigenti, in particolare allungano i tempi di acquisizione della
cittadinanza attraverso il matrimonio, rendendo l’iter burocratico
dell’integrazione più difficile. Anche questa misura colpisce
soprattutto le donne straniere che, stando alle statistiche Istat, sono
il quadruplo rispetto agli uomini nei matrimoni misti.
«LA
MASCOLINITÀ DEI MURI come la chiama Wendy Brown» dice Enrica Rigo,
docente di Diritto dell’immigrazione e della cittadinanza a Roma Tre
«sembra riflettere anche una presunta mascolinità di ciò da cui questi
muri dovrebbero difendere, la realtà è che il decreto Salvini colpisce
in primis le donne e i minori, non solo perchè soggetti più vulnerabili
come spesso si usa dire, ma perchè soggetti coinvolti nel lavoro
riproduttivo e di cura, e per questo più ricattabili».
NEGATO ANCHE
IL DIRITTO ad avere una residenza per i richiedenti asilo. «Questa
misura è gravissima, in particolare per le donne richiedenti, spesso
vittime di tratta, che nei centri antiviolenza hanno finora trovato un
sostegno concreto per dare una svolta alla propria vita» si legge nel
comunicato della rete Dire. «La marea femminista» aggiunge Enrica Rigo
«fa sua la battaglia per la libertà di movimento, siamo al fianco delle
donne che attraversano i confini per fuggire dalla violenza e dallo
sfruttamento».