il manifesto 4.12.18
I caratteri originari di una trasformazione
«Storia dell’immigrazione straniera in Italia» di Michele Colucci, per Carocci. Il libro verrà presentato oggi
di Michele Nani
«Crisi
della storia»: l’espressione circola da anni, sintetizzando gli
smarrimenti scientifici della ricerca, la perdita di peso
politico-culturale delle discipline e la de-alfabetizzazione di massa
alla critica storica. Molti processi concreti contribuiscono alla
percezione di una «crisi», ma la rappresentazione unificante sarebbe
forse da mettere in discussione. Ad esempio ricordando che anche la
«crisi della storia» ha una sua lunga storia: ripercorrerla
illuminerebbe le trasformazioni delle società europee. Oppure, ponendosi
una semplice domanda: quale «storia» è in crisi?
L’ultimo libro di
Michele Colucci, una sintesi della Storia dell’immigrazione straniera in
Italia. Dal 1945 ai nostri giorni (Carocci, pp. 243, euro 18; il volume
verrà presentato oggi, alle 17, alla biblioteca Ariostea di Ferrara,
poi il 7 al teatro Bellini di Napoli e il 13 all’università di RomaTre),
conferma che c’è ancora bisogno dello sguardo storico e che la storia è
essenziale per leggere il presente.
PUÒ SEMBRARE incredibile, ma
fino ad oggi, quando l’8,5% della popolazione residente è straniera
(oltre 5 milioni, senza considerare le centinaia di migliaia di
acquisizioni di cittadinanza), non esisteva una ricostruzione generale
delle vicende di immigrati e immigrate in Italia. La scienze sociali
italiane, demografia e sociologia su tutte, si sono impegnate in un
importante lavoro di analisi, ma spesso confinato al presente o al suo
immediato retroterra.
LA STORIOGRAFIA contemporaneistica ne ha spesso
accettato uno dei presupposti: l’immigrazione in Italia sarebbe
fenomeno «recente» e a lungo trascurabile. Il volume smentisce questi ed
altri luoghi comuni e colma finalmente una lacuna, nel migliore dei
modi, setacciando la bibliografia esistente e presentando sobriamente
dati e interpretazioni, per risalire fino al 1945 alla ricerca di
continuità e rotture nell’esperienza della migrazione verso il Belpaese.
IN
QUESTO LIBRO ricchissimo, il lettore troverà le matrici prime delle
politiche migratorie: l’esperienza dei profughi post-bellici, il diritto
d’asilo in Costituzione, la ripartizione di competenze istituzionali e
la formazione di una percezione durevole. I primi flussi, di studenti,
ex-sudditi coloniali, lavoratori jugoslavi e domestiche, evidenziano
l’incapacità di predisporre politiche che considerino le migrazioni un
dato strutturale.
I «caratteri originari» dell’immigrazione in Italia
sono l’intreccio fra determinanti economiche e politiche, la
molteplicità di provenienze e destinazioni, la forte mobilità,
l’istruzione e la presenza femminile. Molti sono condivisi con i paesi
mediterranei, non solo della sponda europea. Lacune e ambiguità
giuridiche si sono ripetutamente tradotte nella discrezionalità
dell’intervento pubblico, che ha delegato al mercato del lavoro – e a
soggetti ecclesiastici e sindacali – l’integrazione, salvo poi
riconoscerla attraverso periodiche sanatorie.
DAL QUADRIENNIO
1989-1992 si è imposta una svolta e l’immigrazione è da allora al centro
del dibattito, inserita nelle cornici europee (e nell’allargamento
dell’Unione). Da allora si è registrato un rapido aumento dei flussi,
indeboliti solo dalla crisi economica e dalle precarizzazione
dell’ultimo decennio. Lo sguardo storico evidenzia il costante
«emergenzialismo» degli interventi, che penalizza e complica le
migrazioni ordinarie.
Questa Storia dell’immigrazione è un libro
prezioso, facilmente leggibile perché ben scritto: dunque da leggere e
far leggere nelle scuole e nelle università, ma utile anche agli
operatori, istituzionali e non, delle politiche migratorie e,
naturalmente, agli stessi immigrati e nuovi cittadini, che troverebbero
in queste pagine riconosciuto il loro attivo protagonismo nelle
trasformazioni della società italiana nell’ultimo mezzo secolo.
SCHEDA
Il
libro Storia dell’immigrazione straniera in Italia di Michele Colucci
verrà presentato: martedì 4 dicembre, ore 17: Biblioteca Ariostea
Ferrara (con l’arcivescovo Gian Carlo Perego, Alfredo Alietti e Michele
Nani); venerdì 7 dicembre, ore 16:30: teatro Bellini di Napoli (con
Najhi Ahmed, Enrico Pugliese e Hillary Sedu); giovedì 13 dicembre, ore
9:15: Università di RomaTre (via Ostiense 234), con Gaetano Sabatini e
Francesco Dandolo