il manifesto 2.12.18
De Magistris battezza il suo fronte
Sinistra.
Il sindaco di Napoli lancia la coalizione civica «contro l’onda nera»,
ma non scioglie la riserva sulle europee. Gli spagnoli di Podemos unici
politici ammessi sul palco. Potere al popolo assente con polemica
di Adriana Pollice
ROMA
«Lavoriamo per darci un luogo, un metodo, un nome e un simbolo. Per le
prossime scadenze elettorali ci saremo se ci saranno le fondamenta della
casa»: il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ieri al Teatro Italia
di Roma ha messo in moto la sua coalizione civica («un campo largo
contro l’onda nera» l’ha definita) senza però sciogliere la riserva
sulle prossime europee. Sui manifesti c’è solo il suo viso e lo slogan
«Per una nuova coalizione dei popoli». Un migliaio i presenti, quasi la
metà da Napoli organizzati da Dema, il movimento del sindaco. In sala
gli esponenti di Sinistra italiana e Rifondazione comunista ma nelle
retrovie ad ascoltare perché il mantra di Dema è «no al quarto polo».
Sul palco sono saliti solo i rappresentanti di categorie (insegnanti,
studenti, sindaci di frontiera) oppure esponenti di lotte come i No
Terzo valico o attivisti come Giovanna Cavallo del Baobab o Giulia
Rodano della Casa internazionale delle donne. Accanto a loro il
presidente emerito della Corte costituzionale, Paolo Maddalena, e
Cecilia Strada di Emergency.
ASSENTE INVECE Potere al popolo, che
ha pubblicato una nota molto dura: «Avevamo ricevuto un invito che
avevamo accettato. Poi abbiamo saputo che saremmo potuti intervenire non
come realtà politica, ma come singoli militanti impegnati in qualche
lotta. I soli soggetti politici titolati a parlare sarebbero stati il
coordinatore di Dema e de Magistris. Potere al Popolo non è un partito
ma un movimento sociale. Siamo stati considerati identici a chi era
candidato con D’Alema e soci». Per poi accusare: «I partiti c’erano, non
sono intervenuti i leader, che fanno tanto “sfigati della sinistra”, ma
membri di quei partiti nella veste di attivisti sociali». Quindi la
conclusione: «I vecchi partiti della sinistra per esistere devono
eleggere e de Magistris sembra un buon cavallo. Com’è possibile che i
militanti di quei partiti si trovino trascinati in un nuovo cartello
senza essere interpellati? Bisogna partire non da appelli vaghi,
leaderismi, candidature, ma dalle assemblee territoriali, da un
programma chiaro e radicale».
In teatro nessun commento su Pap, la
scena è stata tutta per de Magistris, che ha battezzato la nascita di
un terzo fronte «alternativo sia al blocco dell’austerity che al governo
del cambiamento». Il bersaglio degli attacchi del sindaco di Napoli
sono stati i 5S: intercettare l’elettorato pentastellato scontento
dell’accordo con la Lega è l’obiettivo.
IERI DE MAGISTRIS ha
riservato una frecciata anche a Roberto Fico, che venerdì lo aveva
smentito su presunti colloqui per le elezioni locali («solo normali
rapporti istituzionali» ha chiarito). Il sindaco ha punto proprio su una
battaglia cara a Fico: «A Napoli c’è l’acqua pubblica, a Roma e Torino
no». E ancora: «I 5S hanno fatto diventare predominante nel governo
l’uomo più a destra d’Italia, Salvini, ottenendo così il governo più a
destra della storia repubblicana. Non è con il ping pong Fico-Luigi Di
Maio che si riacquista il consenso».
Quindi un affondo sul dl
Sicurezza: «Se è grave l’attacco ai migranti, la seconda parte è
ugualmente preoccupante: l’aumento di pena fino a 6 anni per blocco
stradale colpisce l’opposizione sociale; si puniscono le occupazioni
quando per la lotta ai clan basta la normativa specifica; si mettono in
campo le intercettazioni per sorvegliare il dissenso politico». Fino ad
attaccare il reddito di cittadinanza: «Stanno stampando le tessere per
il pane, come all’epoca di Achille Lauro».
GLI UNICI POLITICI
ammessi sul palco sono stati gli esponenti di Podemos, Jesùs Santos e
Alejandro Merlo. Atteso il videomessaggio di Pablo Iglesias, che alla
fine è arrivato: «Vogliamo realizzare con voi e con altri movimenti
un’Europa capace di restituire i diritti sociali». In giro per il teatro
c’era Lorenzo Marsili di Diem25, il movimento di Yanis Varoufakis, con
cui i rapporti si sono fatti tesi in queste settimane. De Magistris ieri
ha ripetuto: «Porte aperte anche a loro». In serata arriva il commento
via social da Nicola Fratoianni, segretario di Si da settimane a bordo
della nave Mare Jonio: «Un primo passo per la costruzione di
un’alternativa di cui c’è bisogno in Europa. Mettiamoci in cammino».