sabato 1 dicembre 2018

il manifesto 1.12.18
Regeni, Fico costringe il governo italiano e il parlamento egiziano a reagire
Italia/Egitto. Dopo la sospensione dei rapporti parlamentari, i deputati del Cairo definiscono la mossa unilaterale e ingiustificata. La Farnesina convoca l'ambasciatore egiziano, ma Moavero non tocca l'expo di armi
di Chiara Cruciati


La sospensione dei rapporti tra Montecitorio e parlamento egiziano è comparsa solo in serata sui media governativi del paese nordafricano per riportare le reazioni del Cairo. Ieri il parlamento egiziano ha criticato la decisione del presidente della Camera Roberto Fico definendola «ingiustificata»: «Ha assunto una posizione unilaterale che va oltre le inchieste, non fa gli interessi dei due paesi né aiuta a giungere alla verità e alla giustizia», scrive l’Assemblea che si dice stupita che la sospensione (definita un’ingerenza nelle indagini) sia giunta a poche ore dall’ultimo vertice tra procure sull’omicidio di Giulio Regeni.
Eppure quel vertice si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto, a parte il solito «clima positivo» e «la volontà di collaborare» che i parlamentari egiziani ripetono, sulla falsa riga delle dichiarazioni stantie del presidente al-Sisi.
Di certo la mossa di Fico ha provocato uno scossone nel governo italiano, investito da un atto simbolico ma dal forte valore politico.
Ieri il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha convocato l’ambasciatore egiziano a Roma, Hisham Badr, per ribadire la necessità di giustizia e sottolineare che «gli esiti della riunione tra magistrati hanno determinato una forte inquietudine in Italia».
Ma non è intervenuto su una questione più stringente, la partecipazione di aziende italiane alla Egypt Defence Expo, il 3 dicembre: «Le aziende hanno un loro ambito di autonomia, ne parleremo a livello di governo – ha detto Moavero – Non c’è nessun paragone tra rapporti commerciali ed economici e la verità su un’uccisione così barbara». Strano modo di vedere le relazioni diplomatiche: i rapporti restano gli stessi anche con un regime che ha ucciso un concittadino e che è violatore seriale di diritti umani.
Interviene il vice premier Di Maio, chiamato in causa dal «collega» di partito Fico: «risposte efficaci» da parte egiziana o Roma trarrà «le conseguenze». «Quello che si fa come aziende in Egitto – ha detto ieri – riguarda il libero mercato, ma è chiaro che in un quadro di relazioni che riguardano anche l’economia, tutto risentirà delle mancate risposte sull’omicidio di Regeni».
Chiude in serata il premier Conte dal G20, sibillino: «Non appena rientrerò ci confronteremo e il governo assumerà le sue decisioni».