il manifesto 15.12.18
Sulle stragi le attese deluse dal governo
12 dicembre. Le assicurazioni sulla volontà di rendere effettivo il percorso di trasparenza, sono state disattese
di Daria Bonfietti
presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica
Abbiamo
ricordato il 12 Dicembre del 1969, il giorno della bomba a Piazza
Fontana con le sue vittime; quella tragica giornata ha segnato l’inizio
di quel terribile periodo della nostra storia che abbiamo chiamato
«strategia della tensione».
Oggi fare memoria significa ricordare
le vittime e ricordare l’interminabile percorso per giungere alla
verità, tra depistaggi di ogni tipo e una vicenda giudiziaria irta di
ogni specie di artata contrarietà.
In quegli anni si è sviluppato un continuo, più o meno evidente, percorso di attacco alla democrazia.
Oggi
oltre al rendere omaggio e al fare memoria, si deve sentire la
necessità che su tanti episodi, su un così lungo e complesso periodo
della nostra storia, ad una verità giudiziaria, più o meno delineata,
facciano riscontro altrettanto approfondite ricerche storiche.
In
un qualche modo, la Direttiva Renzi dell ‘aprile 2014 era stata vista
dalle Associazioni dei parenti delle vittime proprio come un valido
contributo in questo senso.
Prevedeva infatti di rendere pubblici,
depositandoli presso l’archivio centrale dello Stato, tutti gli atti
delle più svariate Amministrazioni dello stato, dai servizi, ai
ministeri, agli apparati militari e di pubblica sicurezza, finanche
questure e prefetture.
Poteva essere davvero lo strumento per
cambiare l’atteggiamento dello Stato: non l’entità complessa che
contribuisce a nascondere, ma vero protagonista della trasparenza
nell’interesse dei cittadini. Quindi la base per una nuova stagione di
studi storici approfonditi e documentati.
Ma nelle fasi
d’attuazione sono state preponderanti le delusioni per gli esiti
ampiamente insufficienti dell’operazione, fino ad arrivare, verso la
fine della scorsa legislatura, ad un documento delle Associazioni
fortemente critico; alla chiusura dei lavori di quel Comitato consultivo
che doveva operare per l’effettiva realizzazione, non si è potuto che
esprimere un giudizio negativo sui risultati dell’operazione stessa e
fare nel contempo una serie di proposte per una vera attuazione della
Direttiva.
All’inizio della nuova legislatura, in un incontro con
il presidente della Camera Fico e del ministro della giustizia le
associazioni delle vittime avevano avuto ufficiali assicurazioni sulla
volontà di rendere effettivo il percorso di trasparenza, ma ancor oggi
l’operazione trasparenza legata alla Direttiva stenta a mettersi in moto
e non si vedono i segnali di un rinnovato impegno.
E allora se è
stato doveroso e positivo rendere omaggio alle vittime di Piazza Fontana
e impegnarsi ancora per la Memoria di quella tragedia, bisogna trovare
ancor più la forza, come impegno civile, per la necessaria trasparenza e
per poter scrivere tutta la storia di questo Paese, bisogna trovare
insomma la forza e l’impegno per ribadire che una approfondita rilettura
e ricostruzione del passato, della storia, diventa indispensabile per
la democrazia di un Paese.