il manifesto 15.12.18
Camusso rilancia la «candidatura unitaria» di Landini
Sindacato.
Dal congresso della Fiom, che oggi riconfermerà Re David alla guida dei
metalmeccanici, la segretaria uscente tende una mano a Colla, candidato
della minoranza e affronta anche il tema della fase politica: «Si deve
dare rappresentanza al mondo del lavoro. Qualcosa va immaginato anche a
lungo termine a sinistra»
di Massimo Franchi
RICCIONE
Sullo stesso palco del congresso Fiom dove nel 2010 e nel 2014 era
stata fischiata, Susanna Camusso rivendica l’aver «ricucito le ferite»
di quel tempo e aver lanciato «un processo di riunificazione unitaria»
che ha portato alla proposta che sia proprio Maurizio Landini, lo stesso
che la contestò quattro anni fa, a prendere il suo posto alla guida
della Cgil. E alla fine di quaranta minuti di un intervento che è
partito da un’analisi politica innovativa si giunge agli applausi della
platea al nome di «Maurizio» – «lo avete applaudito ogni volta che è
stato fatto questi due giorni, suvvia», scherza Camusso – e al regalo
del giubbotto della Fiom in un abbraccio con Francesca Re David, che
oggi verrà riconfermata segretaria generale dei metallurgici della Cgil.
IN
UN QUADRO POLITICO totalmente mutato – «l’idea di disintermediazione di
M5s e Lega è diversa: capiscono solo il linguaggio della contestazione,
non del conflitto, e teorizzano una democrazia senza partecipazione,
per questo dobbiamo accelerare la richiesta di una legge sulla
rappresentanza per far votare e contare i lavoratori» – Camusso arriva a
delineare la necessità di «rappresentare il mondo del lavoro in
politica»: «lungi da me pensare ad una supplenza della politica, ma
qualcosa va immaginato anche a lungo termine a sinistra».
IL PALCO
DI RICCIONE sancisce dunque ufficialmente la ricomposizione fra Fiom e
Cgil – basata sulla «costruzione della Carta dei diritti e dei
referendum» anti Jobs act che hanno riconnesso la Cgil con il suo popolo
(«lì abbiamo scoperto la rottura delle persone con la politica e
riconquistato la nostra autonomia e credibilità» – e disegna i contorni
della nuova segreteria confederale guidata da Landini che continuerà a
basarsi su «autonomia e partecipazione». La preoccupazione di Camusso è
infatti tutta per la decisione – assai probabile ma non ancora certa –
da parte dell’area che appoggia Vincenzo Colla – pensionati, chimici,
edili – di esplicitare la propria candidatura nel Direttivo Cgil del 20
dicembre. Si arriverebbe così ad una spaccatura formalizzata e a due
liste che appoggiano lo stesso documento congressuale, una prima volta
paradossale visto che «Il lavoro è» ha ricevuto il 98% dei voti nelle
assemblee sui luoghi di lavoro.
L’UNICO MODO per motivare una
decisione del genere sarebbe l’affermare che Vincenzo Colla rappresenta
meglio di Maurizio Landini il documento stesso. E allora Camusso fissa
paletti ben precisi per spiegare la sua scelta e per inviare un
messaggio di pace alla nuova minoranza, spaventata da una Cgil
«fiomizzata». «L’unità non è un processo di colonizzazione, il processo
unitario è collettivo: l’unità in questi anni è stata costruita non
perché si sono messe bandierine ma perché c’è stata una elaborazione
comune». E allora «niente uomo solo al comando», ma «gestione
collettiva» e «pluralismo anche in segreteria». La proposta di Landini è
spiegata come «il risultato del lavoro della segreteria confederale»
che «come squadra ha lavorato bene e dovrà continuare a farlo» ed è
stata fatta ««a fine congresso per evitare che la scelta del nuovo
segretario fosse discussa solo sulla stampa».
LA CONCLUSIONE è un
altro chiaro messaggio a Vincenzo Colla: «Bisogna sentirsi a
disposizione dell’organizzazione e non pensare che l’organizzazione è a
tua disposizione». Si vedrà giovedì prossimo se l’invito avrà sortito
effetto.
L’elezione del nuovo segretario della Cgil avverrà a Bari
a fine gennaio con un meccanismo complesso. Il congresso formato da
circa 800 delegati – quasi totalmente eletti e fra i quali i pro-Landini
dovrebbero essere in maggioranza di circa cento – eleggerà la nuova
Assemblea generale che a sua volta eleggerà il nuovo segretario. È qui
che i delegati si troverebbero chiamati a votare su due liste
contrapposte, nonostante entrambe appoggino lo stesso documento
congressuale.
OGGI INTANTO Francesca Re David sarà confermata
segretaria generale della Fiom. È il penultimo segretario di categoria
dopo l’avvicendamento ai precari del Nidil con Andrea Borghesi (e il
ritiro della «colliana» Sabina Di Marco) e la conferma di Ivana Galli
agli agroalimentaristi della Flai: l’ultimo sarà da lunedì a Colli del
Tronto (Ascoli Piceno) Francesco Sinopoli della Flc, lavoratori della
conoscenza. A metà gennaio toccherà a Ivan Pedretti, leader dei
pensionati.