il manifesto 11.12.18
Giulietti (Fnsi): «Un governo con le peggiori intenzioni, i giornalisti non chinano la testa»
Il
presidente Fnsi. Crimi vuole difendere i giornalisti precari? Metta in
atto la legge sull’equo compenso, nessuno glielo impedisce. Sia chiaro:
l’ambizione di Odg e Fnsi è trattare con il governo, ma se non ci
saranno i presupposti il prossimo passo sarà una grande manifestazione
nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’articolo 21.
di Matteo Bartocci
ROMA
«È un fatto molto importante essere scesi in piazza tutti insieme,
ordine dei giornalisti, Fnsi, organismi nazionali e locali,
associazioni, giornalisti di ogni testata, precari e non. È una risposta
corale al governo: il giornalismo non china la testa». Beppe Giulietti,
presidente della Fnsi, è un fiume in piena, sa che questo è solo un
primo passo e non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Giulietti ha sentito il sottosegretario Crimi? Voi siete la «casta», «non rappresentate più nessuno».
Parole
che non stanno in piedi. Crimi vuole difendere i giornalisti precari?
Metta in atto la legge sull’equo compenso. Chi glielo impedisce? Perché
non lo fa? Faccia approvare la legge contro le querele temerarie. Se ha
bisogno di fondi glielo proponiamo noi un emendamento dove trovarli.
Invece no, comincia dai tagli ai giornali. Tagli che alla fine guarda
caso colpiranno soprattutto due testate: il manifesto e Avvenire, che
sono le due voci molto critiche su argomenti delicati per la maggioranza
come l’accoglienza e la sicurezza.
Qualcuno vi rimprovera, dice che è facile protestare oggi quando al governo non c’è più il Pd.
A
questo smemorato ricorderei che la prima volta che il “nuovo” ordine
dei giornalisti e la Fnsi hanno sfilato insieme in piazza è accaduto
sotto le finestre dell’allora sottosegretario Lotti per l’equo compenso e
per la riforma dell’editoria.
Perché tornate a farlo oggi?
Oggi
il nuovo governo non vuole solo abolire i contributi ai giornali, vuole
proprio cancellare i giornalisti. Vogliono azzerare tutte le
intermediazioni collettive, siano esse da parte di ong, di giornalisti,
di cooperative, il pensiero critico. Bisogna osservarli: una furia
ideologica sulla linea Bannon- Trump- Putin che mira a dissolvere le
voci della differenza. Nessuno deve cascarci.
Crimi dice che ci sono più di 18mila testate registrate e che quindi il pluralismo non è a rischio.
Non
lo deve spiegare alla Fnsi. Lo spieghi al capo dello stato. Sette
interventi in un mese del presidente della Repubblica a difesa del
pluralismo sono un unicum nella storia democratica di questo paese.
Rassicuri il Quirinale, se può, non noi.
Che farete ora?
Intanto
bisogna dire come stanno veramente le cose. Dovevano fare la legge
sulla Rai e invece hanno applicato nel modo peggiore la legge Renzi.
Dovevano fare la legge sul conflitto di interessi e invece colpiscono i
giornali in cooperativa. Dovevano fare la riforma dei tetti pubblicitari
ma intanto tolgono subito i contributi pubblici. Sia chiaro:
l’ambizione di Odg e Fnsi è trattare con il governo, ma se non ci
saranno i presupposti il prossimo passo sarà una grande manifestazione
nazionale per chi vuole proteggere la Costituzione e l’articolo 21.