Il Fatto 3.12.18
Rom e accoglienza, rom e razzismo. Ecco un 
caso che sarebbe meglio non tagliare con l’accetta. Un caso limite e 
anche emblematico, raccontato dalle cronache locali della Capitale la 
scorsa settimana
È accaduto a Testaccio, uno degli antichi quartieri rossi di Roma ai tempi del Pci e poi del centrosinistra.
Don
 Ernesto Grignani, sacerdote mite e generoso, è il parroco di Santa 
Maria Liberatrice, la chiesa di Testaccio storicamente gestita dai 
Salesiani (nella foto). Qui le opere di carità, rivolte a italiani e 
migranti, sono sempre state un tratto distintivo dell’attività 
pastorale. La storia di don Ernesto comincia quando da lui si presenta 
un rom che ha bisogno d’aiuto. Il prete gli dà un sostegno economico. 
Sono soldi che arrivano soprattutto dall’Elemosineria Vaticana, tramite 
una richiesta ufficiale e la garanzia della diocesi di appartenenza. Di 
solito la cifra è tra i 150 e i 200 euro.
L’uomo aiutato è 
d’origine bosniaca. La notizia del contributo si sparge però nella sua 
comunità e a quel punto Testaccio diventa la meta di una ventina di rom 
bosniaci. Tutti giovani, con figli. Un pellegrinaggio quotidiano, con 
stazionamenti di ore davanti agli uffici della parrocchia, sul retro 
della chiesa. Don Ernesto aiuta anche loro. Nel corso dei mesi le 
richieste diventato pressanti.
Iniziano le minacce e le 
intimidazioni, a don Ernesto e ai suoi collaboratori. Il gruppetto 
diventa branco. Al citofono o per telefono. “Adesso bruciamo tutto”. E 
così don Ernesto finalmente denuncia tutto. In un anno gli insistenti 
bosniaci gli sono costati quasi 8mila euro. Al sacerdote non manca la 
solidarietà politica. Scontata quella di Giorgia Meloni, di Fratelli 
d’Italia: “Siamo tutti con don Ernesto!”. Anche Nicola Zingaretti, 
governatore del Lazio nonché aspirante segretario del Pd, manda un 
messaggio: “Vicino a don Ernesto, alla sua solidarietà e al suo 
coraggio”. Forse, la formula migliore per definire la storia.
La 
vicenda supera i confini romani e telefona pure Marco Minniti, l’ex 
ministro dell’Interno e altro candidato alle primarie dei democratici. 
Minniti promette persino una visita al parroco, poi annullata. Gli unici
 a rimanere in silenzio sono i grillini della Capitale.
 
