Il Fatto 23.12.18
“Pd e M5S esploderanno: poi si rifà la sinistra”
Roberto Speranza - “I renziani usciranno e si vedrà una forza socialista. Ma pure tra i grillini c’è la nostra gente”
intervista di Tommaso Rodano
Roberto Speranza, ecco che si riparla di congressi e liste unitarie. Cosa si muove a sinistra?
Evitiamo
di partire dai vertici, dai leader o dalle sigle: bisogna ricostruire
tutto. Abbiamo smesso di difendere la nostra gente, di ascoltarne il
bisogno di protezione. Abbiamo smesso di criticare il mercato. Bisogna
ricostruire un pensiero. Altrimenti si va dietro alle battute di questo o
quel leader: è folklore puro.
Soprattutto alle battute di D’Alema. Col massimo rispetto, possibile che a rifare la sinistra siano Bersani, D’Alema o Cuperlo?
Anche
chi ha avuto ruoli di vertice in quest’ultimo e penultimo ciclo della
sinistra è consapevole che ora tocca a un’altra generazione. Ma senza un
pensiero innovativo, radicale, non si fa strada.
Speranza rottama?
Non
è una questione di figurine. La stupidità della rottamazione è
nell’idea di cacciare le persone conservando il peggio del pensiero
politico.
Parla di pensiero nuovo ma cita il socialismo.
Io
penso che sia la parola del futuro, non del passato. Socialismo
significa lotta contro le diseguaglianze, lavoro, un nuovo ruolo dello
Stato. Meglio ancora eco-socialismo: economia circolare e sostenibilità
ambientale.
Avete lanciato “Ricostruzione”, una nuova cosa “rossoverde”.
Si
è parlato tanto del convegno di Italianieuropei con D’Alema, Bersani,
Cuperlo e gli altri, a cui ho partecipato anche io. E poco della nostra
assemblea che è stata bellissima, con tanti volti nuovi e molte energie
in movimento.
In movimento verso il Pd post renziano?
Premessa: il nemico è la destra. Non è il Pd, né i 5Stelle.
Però?
Penso
che il Pd sia superato. È figlio di una stagione che non c’è più:
quella del bipolarismo. E quella in cui la sinistra era subalterna al
capitalismo. Il Pd ha esaurito la sua funzione storica.
E quindi che succede?
Nel
Pd convivono due anime. Ce n’è una liberaldemocratica alla Macron, o
alla Ciudadanos. Penso sia legittimo che faccia il suo percorso.
Sta dicendo che Renzi se ne deve andare…
Sto
dicendo che penso sia naturale che le due anime del Pd dividano le
proprie strade. Io sono socialista e voglio lavorare a una forza larga
della sinistra con tutti quelli che condividono questo pensiero. Per
costruire un’alternativa bisogna scomporre i blocchi politici che ci
sono oggi.
L’altro blocco è il M5S.
Nel Movimento ci sono
spinte molto diverse tra loro. Penso che la faglia sinistra/destra sia
destinata a venire fuori. Dobbiamo sfidarli e far emergere questa
dinamica. È stato un errore clamoroso, gravissimo aver favorito la
saldatura tra Lega e M5S: il Pd li ha messi al servizio di Salvini.
Il dibattito del congresso Pd pare tutto qui: M5S sì o no.
Da
Martina e Zingaretti mi aspetterei un po’ di coraggio. Se la linea sui
Cinque Stelle è la stessa di Renzi, tanto valeva rimanesse lui. È chiaro
che il M5S è sempre più compromesso dal rapporto con la Lega: parlavano
di onestà e fanno i condoni, votano contro l’articolo 18, cambiano idea
pure sugli F-35. Ma là c’è tanta della nostra gente.
Ora riconosce che è stato un errore andare via dal Pd?
In quel partito non c’erano più le condizioni per difendere le proprie idee.
Oggi lo rifarebbe?
Mi sono dimesso da capogruppo, ho rinunciato a poltrone. Rivendico tutto.
LeU è stata un disastro.
È
stata un cartello elettorale. Non si può più immaginare che i leader e
le liste siano scelti con patti tra apparati invece che per
legittimazione popolare. Non deve più succedere. C’è tanta sinistra
fuori dal Parlamento.
Appunto, fuori. Questa gente i partiti non li può più vedere. Come la recuperate?
Con umiltà. Con un vero percorso democratico dal basso: apriamo le porte e nessuno si mette a capotavola.
Torniamo al via: sui giornali ci va D’Alema.
Sono anche i media che vanno sempre sulle stesse figure.
Loro non si sottraggono.
Forse, non lo so. Ma ripeto: serve un pensiero nuovo, oltre a nuovi protagonisti. Altrimenti è inutile.