Il Fatto 23.12.18
Soccorsi in 313 nel mare gelido. Li accoglie Madrid
Open
Arms - La Ong catalana interviene su tre gommoni partiti dalla Libia.
Salvini chiude i porti, a Malta una 23enne con un neonato
di Ferruccio Sansa
Niente
Re Magi. Quest’anno il bambino è arrivato dal mare della Libia: Sam era
nato poche ore prima su una spiaggia. Giusto il tempo di proteggerlo
con una coperta e imbarcarlo su un gommone per raggiungere l’Europa, poi
è stato soccorso dalla nave della Ong spagnola Open Arms. Ma, invece di
oro, incenso e mirra, Sam ha trovato a malapena un porto dove essere
accolto. Mentre i suoi 311 compagni di viaggio vagano per il
Mediterraneo e l’Europa gli sbatte le porte in faccia. Solo la Spagna,
dopo lunghe trattative, gli ha concesso un approdo ad Algeciras, in
Andalusia. La traversata è più lunga: 800 miglia contro 200 per arrivare
in Sicilia.
“I porti italiani sono chiusi! Per i trafficanti di
esseri umani e per chi li aiuta. La pacchia è finita”, parole di Matteo
Salvini. “Chi aiuta i trafficanti” non sono altro che i volontari della
ong catalana Proactiva Open Arms. E la “pacchia” sono 313 persone
sopravvissute alla traversata tra Libia e Italia e adesso sono stipate
sulla nave della ong. Speravano, a pochi giorni dal Natale, di essere
accolti in Europa.
Racconta Riccardo Gatti, capo missione di Open
Arms: “Venerdì abbiamo ricevuto un sos da un gommone che si trovava in
acque internazionali, a 47 miglia dalle coste libiche. Siamo accorsi e
abbiamo portato in salvo 111 persone. Accanto a noi, in contatto radio,
c’era una motovedetta libica”. Ma appena imbarcati i naufraghi hanno
raccontato di altri due gommoni alla deriva. Le condizioni del mare
erano discrete, ma l’acqua in questa stagione è gelata: in pochi minuti
sei assiderato. E su quei gommoni c’erano bambini piccoli e tante donne.
“Così – prosegue Gatti – ci siamo messi alla ricerca delle altre
imbarcazioni. Ne abbiamo trovato un’altra con 106 persone”. A questo
punto la motovedetta libica ha fatto perdere le proprie tracce. Finché
per fortuna alle nove di sera ecco che nel buio si scorgono delle luci,
forse i lampi di torce o di telefonini. È il terzo gommone con altre 85
persone. “A quel punto”, racconta Open Arms, “Abbiamo compiuto tutti i
passi previsti. Abbiamo contattato le autorità libiche, ma ci hanno
risposto inviandoci l’indirizzo mail della Guardia Costiera italiana.
Poi è toccato a Italia, Malta, Francia, Spagna e perfino Grecia. Nessuno
ha concesso i propri porti. Soltanto Malta ha mandato un elicottero per
prelevare la madre (23 anni) e Sam”. Ormai la sua temperatura era scesa
a 34 gradi, rischiava di morire. Gli altri no, restano a bordo. Uomini e
donne di mille provenienze: Siria e Palestina, ma anche tanti paesi
africani. Niente da fare, non vengono forniti nemmeno cibo e coperte.
Com’è
la situazione a bordo? “Stabile – riferisce Gatti –. Ma abbiamo ancora
311 persone con cibo sufficiente per una manciata di giorni. Dalla
Spagna sta arrivando la nostra nave Astral per portarci viveri e
assistenza”.
Dall’Italia piuttosto arrivano i tweet del ministro
Salvini: “La nave Open Arms ha chiesto un porto italiano per farli
sbarcare. La mia risposta è chiara: i porti italiani sono chiusi! Per i
trafficanti di esseri umani e per chi li aiuta la pacchia è finita”. I
dati della ong Proactiva Open Arms non sono esattamente quelli di
un’associazione di trafficanti: 3,5 milioni di bilancio l’anno, il 90%
provenienti dalle donazioni di 51 mila persone. Il 95% del denaro viene
speso per la missione nel Mediterraneo.
Twitta anche il ministro
delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “Sul caso #OpenArms l’Italia non
ha coordinato i soccorsi in acque Sar libiche, esattamente come non lo
hanno fatto Francia, Spagna o altri. Allora cosa vuole fare la Ue? Serve
una risposta dell’intera Europa all’emergenza #migranti”.
Intanto
311 persone restano in mare, appese alle speranze che arrivano dalla
Spagna. Oscar Camps, fondatore della ong, punta il dito sul vicepremier
leghista: “Matteo Salvini, la tua retorica e il tuo messaggio, come
tutto in questa vita finirà. Però sappi che tra qualche decennio i tuoi
discendenti si vergogneranno di ciò che fai e che dici. Con 311 persone a
bordo, Open Arms non ha porto di attracco e Malta nega anche
l’approvvigionamento”.
“Chiudere i porti a Natale è un
sacrilegio”, sostiene padre Alex Zanotelli. Nicola Fratoianni (Leu) è
amaro: “Questo governo è il campione della guerra alla solidarietà.
Stanno trascinando l’Italia e gli italiani nel disonore”.
Eppure
gli sbarchi in Italia ormai non sembrano più un’emergenza: in tutto il
2018 (dati del ministero dell’Interno) sono arrivate 23.187 persone, la
maggior parte già passate in altri paesi europei. Soprattutto Francia e
Germania. A dicembre gli immigrati accolti sono stati appena 176.
In
compenso, secondo l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le
migrazioni associata all’Onu, in dodici mesi nel Mediterraneo sono morte
duemila persone.