Il Fatto 21.12.18
Si spacca anche la Cgil: come la sinistra
Verso il congresso - Vincenzo Colla esce allo scoperto e si candida contro Maurizio Landini
di Salvatore Cannavò
Anche
la Cgil finisce nel tritacarne delle divisioni della sinistra. Dopo la
candidatura a segretario generale di Maurizio Landini, avanzata
personalmente da Susanna Camusso, ieri è stata ufficializzata quella
alternativa di Vincenzo Colla, già segretario dell’Emilia Romagna, una
delle regioni più importanti e radicate del sindacato “rosso”.
L’annuncio
è stato fatto al direttivo nazionale assicurando che, comunque vada,
alla fine ci sarà un solo segretario e sarà salvaguardata l’unità
interna.
Ma così non è. La candidatura era già stata avanzata
informalmente nei mesi scorsi e poi era sembrata sfumare. I sostenitori
di Colla, a cominciare dal sindacato Pensionati, passando, appunto, per
l’Emilia Romagna, hanno preferito mettere la sordina allo scontro
interno concentrandosi sui risultati dei congressi di base. Anche perché
la candidatura di Landini è apparsa subito una novità: sia perché
chiude il conflitto durato anni con Camusso, sia per il ruolo mediatico
del personaggio e anche per la popolarità tra la base e i lavoratori in
generale.
Mentre in superficie andava in onda la “tregua armata”,
però, nei congressi di base e in quelli nazionali, entrambi gli
schieramenti sono stati molto attenti a fare incetta di delegati per il
congresso nazionale. In quella sede, infatti, sarà eletta l’assemblea
nazionale a cui spetta il compito di eleggere il segretario generale.
I
sostenitori di Landini si dicono certi di avere la maggioranza, mentre
quelli di Colla sono convinti che la platea sarà divisa a metà. Potrebbe
finire 60 a 40 e si tratterebbe comunque di una rottura importante, tra
l’altro all’interno dello stesso documento congressuale che così
avrebbe due “interpretazioni”: più tradizionale la versione di Colla,
attento ai movimenti dei partiti di sinistra oltre che all’unità con
Cisl e Uil; più movimentista quello di Landini con un profilo in linea
con il suo passato, pur con le necessarie mediazioni interne. Colla
sostiene il Tav e avversa il welfare aziendale, Landini il contrario.
Le
due “interpretazioni”, però, non sono state esplicitate agli iscritti
che hanno fatto un congresso al buio. E non è un caso se rispetto allo
scorso congresso stavolta hanno partecipato di meno. Segno di una crisi
di fondo che la spaccatura in corso potrebbe rendere ancora più
profonda. A meno che alla fine non si trovi la soluzione unitaria con il
ritiro di uno dei due contendenti, probabilmente Colla, la cui
candidatura sarebbe però servita a consolidare un ruolo forte
all’interno del sindacato.
È una ipotesi che i sostenitori di
Landini sostengono ma quelli di Colla smentiscono. Ma è comunque una
situazione che mette la Cgil in una condizione di divisione interna e di
conta sanguinosa. Ricorda quello che è accaduto per anni nei partiti
della sinistra. L’esito potrebbe essere lo stesso.