Il Fatto 1.12.18
Ucraina-Russia: guerra di kalashnikov e preti
Poroshenko chiude le frontiere agli uomini russi e perquisisce i monasteri, mentre Putin arruola sacerdoti
Ucraina-Russia: guerra di kalashnikov e preti
di Michela Iaccarino
Russi,
maschi, dai 16 ai 60 anni: vietato entrare in Ucraina. Lo ha deciso il
presidente Poroshenko: perché Mosca “crea eserciti privati con
rappresentanti delle sue forze armate”. Andry Demchenko, portavoce della
Guardia di Frontiera, annuncia che anche l’ingresso in Crimea è
proibito “per stranieri e ucraini, finché sarà in vigore la legge
marziale”. Il cielo è cupo come il limbo politico che si allarga sopra
la Rada di Kiev. “Se dovessimo usare misure a specchio, si andrebbe al
collasso” ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria
Zakharova, pensando ai milioni di ucraini residenti nella Federazione.
Le ritorsioni del Cremlino sono altre: mentre nuove sanzioni vengono
imposte contro Mosca dall’Ue, la Russia colpisce con la stessa arma 400
membri dell’élite ucraina che hanno business o proprietà nella
Federazione, rende noto il premier Dimitry Medvedev.
Poroshenko,
che si è fatto fotografare tra soldati e carri armati al fronte negli
ultimi giorni, dice di avere le “prove di un rafforzamento dell’esercito
russo al confine”, mostra foto aeree alle tv mentre tuona: “Voglio un
mondo civile unito contro Putin, lui non ha una linea rossa, voglio
sentire pressione coordinata, chi vi dice che lui non arriverà al
Baltico?”. Appelli all’Unione europea, Nato e Fmi sembrano essere
l’unica campagna elettorale dell’oligarca per le imminenti elezioni e
con la crisi in atto, i sondaggi che lo davano perdente, non interessano
più a nessuno. Stivali e kalashnikov tra icone e candele. L’Sbu, i
servizi segreti ucraini, hanno fatto irruzione ieri nel millenario
monastero di Kiev dove il metropolita Pavlo, fedele alla chiesa russa, è
accusato “di incitamento all’odio”. Sono conseguenze dello scisma dei
patriarcati ortodossi, ma anche “l’indipendenza della chiesa ucraina”,
che ha deciso di allontanarsi da quella di Mosca “organo di propaganda
del Cremlino, è parte del nostro progetto filo-europeo” ha assicurato
Poroshenko. Nella versione slava del gioco dell’oca che si sta
consumando dall’Azov alla Moscova, è desueto il passo di risposta della
Difesa russa. Dai carri armati alle croci: una redenzione verde mimetico
per la patria. Per “preparare i preti alle emergenze in battaglia, per
addestrarli a guidare veicoli armati al fronte” gli ortodossi andranno
in Siberia. Verrà costruita una “cattedrale militare”, mura colore delle
divise e guglie d’oro. A fine giornata c’è spazio per l’agenzia
meteorologica statale ai tg russi. C’è un record nell’innalzamento delle
temperature: “Gli inverni a Mosca stanno diventando sempre più caldi”,
come la guerra alle porte, sempre meno Fredda.