Il Fatto 17.12.18
Sgarbi-show con Lucano: “Voglio farlo candidare”
Strana
coppia - Il sindaco (indagato e sospeso) di Riace diventa cittadino
onorario di Sutri. Il critico d’arte: “Farà pace con Salvini”
di Tommaso Rodano
Visto
che alle bizzarrie della politica e della società italiana non ci si
abitua mai, aggiungiamo anche questa: Vittorio Sgarbi – critico d’arte,
tele-urlatore, deputato della Repubblica e sindaco di Sutri (Viterbo) –
concede la cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano, primo cittadino di
Riace e icona dell’accoglienza dei migranti, sospeso e indagato per una
serie di reati tra cui il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Che
c’azzecca Sgarbi, liberale e berlusconiano, con un comunista calabrese,
amato soprattutto a sinistra per aver ripopolato una città che
scompariva – Riace appunto – dando una casa a profughi e disperati di
mezzo mondo? “Qualcuno dice che sia in cerca di pubblicità”. Malignità:
“Sapete tutti che non ne ho bisogno”. Senz’altro ha la cittadinanza
onoraria “facile”: ne ha donata una anche al magistrato Armando Spataro,
appena andato in pensione.
E al teatro di Capranica – uno dei tre
comuni della Tuscia che hanno deliberato l’onoreficenza a Lucano, con
Sutri e Oriolo Romano – va in scena un prevedibile Sgarbi-show. Quando
gli si ricorda che il tribunale del riesame di Reggio Calabria ha
definito Lucano “socialmente pericoloso” e “afflitto da una sorta di
delirio di onnipotenza”, l’onorevole replica così: “Socialmente
pericolosi sono i giudici. Il delirio di onnipotenza è della
magistratura”. Ma Sgarbi sa essere anche ecumenico: “Il mio obiettivo è
far dialogare Salvini e Lucano. Credo sia giusto che la Lega tenga conto
di un’iniziativa umanistica come la sua” (il sindaco di Riace, accanto a
lui, fa un sorriso che pare una smorfia).
Poi l’onorevole esonda:
“Sono pronto a rifondare il Pci. Partito della cultura italiana.
Speriamo Lucano voglia iscriversi. Io vorrei candidarlo alle Europee”.
Promette quattro interrogazioni parlamentari e legge alcuni passaggi
della prima ispezione del ministero dell’Interno, che aveva valutato
positivamente il modello Riace: “Questo è un uomo che ha dedicato
all’accoglienza buona parte della sua vita. L’esperienza di Riace ha
bisogno del supporto dello Stato”. Perché – chiede Sgarbi – questa
ispezione dall’esito positivo è stata nascosta all’opinione pubblica?
Infine, ritorna come lo conosciamo (quello di “capra! capra! capra!”) e
inizia a strillare: “Lo Stato si vergogni! A partire dal presidente
della Repubblica! Si vergogni!”.
Testimone mite della performance
sgarbiana, Lucano si presta: “Il mio pensiero politico è lontano da
quello di Vittorio, ma la sua è una scelta di libertà”. A Capranica
viene trasmesso “Il volo”, film-documentario su Riace di Wim Wenders.
Sul palco del teatro c’è un cameo anche di Carlo Giovanardi, che
partecipa alla cerimonia (non si sa bene a quale titolo) e si esercita
in un breve trattato di storia dell’integrazione italiana, a partire dai
Longobardi. Alla fine c’è un video-saluto di Alba Parietti.
Il
sindaco del paesino della locride si dice provato: “Sono giorni
difficili, sono in esilio (gli è stato disposto il divieto di dimora a
Riace, ndr). Mi hanno fatto simbolo di uno scontro politico. Io forse
avrò sbagliato ma non mi sono arricchito e non ho cercato gloria
personale. Non ho intenzione di candidarmi”. Più che con Salvini, ce
l’ha con il predecessore al ministero, Marco Minniti: “È stato lui a
iniziare la battaglia contro Riace. In quel periodo faceva accordi con i
capi tribù libici per tenere i migranti nei lager. Minniti è complice
di quello che è successo. Ora a Riace è tornato il silenzio”.