Il Fatto 14.12.18
L’ultima di Orbán: lavoro oggi, straordinari tra 3 anni. L’Ungheria scende in piazza
Operai e studenti contro l’emendamento. Il premier pensa a svuotare la Corte suprema
di Roberta Zunini
“Più
diritti meno Orbán” gridavano nei giorni scorsi per le strade di
Budapest gli studenti universitari assieme ai lavoratori ungheresi
riuniti dai sindacati davanti al Parlamento dove si stava discutendo la
controversa riforma del codice del lavoro. Sia gli universitari
preoccupati per le future condizioni di lavoro, sia chi già lavora però
ha ottenuto l’esatto contrario: “Più Orbàn meno diritti”.
Il
Parlamento ungherese, dove il partito di destra Fidesz del premier Orbán
sovranista e ammiratore di Putin ha la maggioranza, alla fine non ha
ascoltato le richieste di coloro che protestavano e ha approvato il
discusso emendamento che aumenta gli straordinari annui dei dipendenti
dalle attuali 250 a 400 ore. L’emendamento presenta inoltre un’altra
fregatura sonora, per usare un eufemismo, ai danni dei lavoratori:
consente di rinviare il pagamento degli straordinari in casi oggettivi
(tecnici o organizzativi) fino a tre anni.
Anche se le forze
dell’ordine hanno più volte disperso i manifestanti, questi sono
ritornati poco dopo più numerosi, ma non solo il ministro del Lavoro
Gulyas ha detto che il governo non arretrerà. È stato lo stesso Orbán a
far sentire la propria inflessibile voce sottolineando che chi contesta
non ha capito il senso del provvedimento. A suo parere si tratta di una
innovazione favorevole non solo alle imprese, data la crescente
difficoltà a trovare sufficiente manodopera a fronte di una crescita
economica stimata per quest’anno al 4 per cento, bensí è positiva anche
per i lavoratori “perché chi vuole lavorare di piú per avere piú soldi
adesso può farlo”. Secondo i sindacati, i lavoratori sono troppo deboli
per opporsi alle richieste delle aziende, a fronte di un continuo
aumento della produzione soprattutto nelle grandi imprese. Orbán sta
preparando nel frattempo anche un mutamento istituzionale: è pronta la
legge per creare una nuova Corte suprema non indipendente bensí agli
ordini del ministero della Giustizia, e con competenze allargate
rispetto a quella già esistente, specie per le accuse di corruzione,
questioni fiscali, presunti abusi della polizia e conto di risultati
elettorali. Dando prova di voler trasformare la democrazia ungherese in
un guscio vuoto.