venerdì 14 dicembre 2018

Il Fatto 14.12.18
“Siamo i gilet tedeschi, con noi i delusi Spd dimenticati da Linke”
S. Wagenknecht - Capogruppo della sinistra e fondatrice di Alziamoci: “Già 160 mila iscritti”
di Uski Audino


Sono passati cento giorni dalla nascita del movimento Alzarsi e in Germania si torna a parlare di lei: Sarah Wagenknecht, co-capogruppo della Linke al Parlamento e una dei fondatori di Aufstehen. A far tornare a parlare di lei anche le recenti dichiarazioni a sostegno dei Gilet gialli francesi, definite “scandalose” dalla cancelliera Angela Merkel, e l’avvicinarsi delle elezioni europee, che riaprono il capitolo di una possibile spaccatura della Linke.
“La richiesta dei Gilet gialli è del tutto giustificata”, aveva detto a fine novembre Wagenknecht e in un incontro con la stampa estera a Berlino, lo ripete: “La Francia prova che non bisogna essere un partito per cambiare la politica” e “questo è anche il desiderio del nostro movimento”, spiega. “Se si guarda a quello che accade lì, si vede che le persone che scendono in strada sono le stesse che negli ultimi anni non hanno più avuto voce in politica”. È chiaro “che la politica deve lasciarsi cambiare” e “per questo si impegna il nostro movimento”. Alla domanda se la Francia sia un modello replicabile in Germania, risponde che “lì è più facile perché hanno da sempre una tradizione rivoluzionaria che continua a vivere” e che spera che “cresca in Germania la pressione nelle strade”.
“L’idea del movimento è nata quando abbiamo avvertito che nella società tedesca c’è una maggioranza che vuole una politica più sociale – salario minimo più alto, pensioni migliori, tassa sul patrimonio – e al tempo stesso non c’è una maggioranza politica che si impegni per questo”, sostiene Wagenknecht. “Il desiderio è raggiungere le persone che gli altri non riescono più a raggiungere”, prosegue la deputata. L’idea sembra aver funzionato “in un modo che ci ha sopraffatti”, prosegue con orgoglio la moglie del fondatore della Linke, Oskar Lafontaine, parlando dei 167 mila iscritti. “Abbiamo notato che l’80% delle persone che hanno manifestato interesse per noi sono senza partito” e “sono ambienti che prima raggiungeva l’Spd”. Tra loro ci sono anche elettori del partito di destra Alternative für Deutschland?, le chiedono. “Non abbiamo elettori dell’Afd ma persone che alle ultime elezioni hanno votato Afd”.
Se Alziamoci vuole pescare nel bacino della destra, come si pone con la sinistra della Linke? “Non vogliamo fare concorrenza agli altri partiti ma vogliamo contribuire a portare i partiti più a sinistra”. Da tempo è noto, però, che all’interno del partito convivono non proprio pacificamente due anime, rappresentate dalla presidente, Katja Kipping, e da lei. “Sul piano personale posso dire che da capogruppo al Bundestag non posso portare avanti un progetto che faccia concorrenza alla Linke”.
Eppure il tabloid Bild crede poco a questa versione, tanto che ieri titolava: “Perché sul partito di Wagenknecht pende la minaccia di una spaccatura” sostenendo la tesi della concorrenza elettorale alla Linke. Interpretazioni a parte, le ambiguità restano. “La Linke è nata per raggiungere gli ambienti che non raggiungeva più l’Spd”, dice la deputata. Nel tempo poi “ci siamo sforzati sempre di meno, secondo la mia valutazione, di raggiungere queste persone, come partito” ammette, “raggiungiamo bene l’ambiente universitario, ma non riusciamo più a parlare nella lingua di quelli a cui va male davvero e non prendiamo abbastanza sul serio i loro problemi e le loro preoccupazioni”. Il nuovo movimento è quindi un modo di fare pressione dall’esterno sulla Linke per ritrovare lo spirito delle origini? Al momento “vogliamo promuovere il dibattito interno”. Affermazione che dalla bocca di una sindacalista suona minacciosa.