Il Fatto 12.12.18
C’è ancora chi non spara ai ladri e non se la prende con i migranti
Un libro per Salvini: qualcuno resiste al tripudio degli sgomberi
di Furio Colombo
Sandro
Veronesi si è accorto che i “normali” sono rimasti pochi. Ne scrive a
Roberto Saviano, (uno di loro, ormai non tanti), raduna e indica in
questo suo libro-messaggio (Cani d’Estate, La Nave di Teseo) alcuni nomi
di coloro che potrebbero ancora abbaiare.
Invia al ministro
dell’Interno di questa Repubblica una raffica di messaggi per
ricordargli, anche con sincera solidarietà, i reati che sta compiendo
(ovvio che lo fa per salvare o la coscienza o il futuro giudiziario del
ministro predetto). Facile identificare “i normali” di questa che è
ormai, a tutti gli effetti, una storia di fantascienza. “Normali” sono
gli ostinati estranei a una nuova, triste civiltà in cui non si è veri
cittadini finchè non si spara al ladro (ma sparare è stupido buonismo,
se non becchi un organo vitale e uccidi), finchè il controllore non
insulta, nel sistema di comunicazione del treno, “i rom rompicazzo”),
finchè un sindaco come quello di Lodi non decreta di affamare i bambini
“stranieri”, finchè un sindaco, come quello di Riace, non viene
arrestato e (benchè eletto, come raccomanda sempre Salvini) viene
espulso dalla città perchè aveva deciso di accogliere i migranti (reato
punibile con incriminazione ed esilio) e stava distribuendo un pò di
felicità.
Ecco un reato non tollerabile in un Paese governato con
infinita cupezza, in cui ogni decisione è togliere, tagliare, multare,
abolire, cacciare, espellere. L’importante è che qualcuno paghi, per
ragioni che si trovano sempre: i migranti per essere venuti senza il
visto d’ingresso che si può ottenere nelle prigioni libiche, i rom
benchè siano italiani da secoli, gli occupanti abusivi perchè vengono
“prima gli italiani” (molti dei quali sono già in quelle case, e molti
dei quali non ci andrebbero neppure con forti incentivi).
Il
tripudio dello sgombero riempie i cuori della nuova civiltà, e la ruspa
rappresenta il mondo che verrà appena sapranno governare. Faranno di
tutto per voi, per mantenervi infelici. I pochi “normali” che si
ricordano ancora della felicità, almeno come speranza, si raccolgono
stremati, come una pattuglia di scout stranamente sopravvissuta, intorno
al libro di Sandro Veronesi. Ma per ora si ascolta solo la lingua del
mondo spiccio di Salvini, di Di Maio e del curatore di cordoglio
Giuseppe Conte. Credo che dovremmo seguire la consegna dell’autore (a
cui dobbiamo molto): abbaiare insieme.