domenica 23 dicembre 2018

Corriere La Lettura 23.12.18
Il populismo a doppio taglio


Davvero la rivolta anti-establishment in nome del popolo angariato può costituire non una minaccia, bensì una risorsa rigeneratrice per la democrazia? È l’interrogativo che percorre il saggio di Pasquale Serra Populismo progressivo (Castelvecchi, pp. 187, e 22), in cui l’autore prende le mosse dall’esperienza argentina descritta dal sociologo Gino Germani, che riconobbe alla leadership di Juan Domingo Perón (1895-1974: sopra) la capacità di rispondere alle istanze espresse da strati sociali poco interessati al «mondo delle libertà astratte». Serra confronta l’analisi di Germani, che comunque considerava il populismo un problema, con le teorie del filosofo argentino Ernesto Laclau, che lo concepiva come rimedio ai limiti dei sistemi rappresentativi. Il nodo, di cui Serra è ben cosciente, resta la difficoltà di conciliare l’approccio populista con «una qualsivoglia teoria dei limiti e del controllo del potere». Senza la quale le derive liberticide sono sempre in agguato.