venerdì 7 dicembre 2018

Corriere 7.12.18
Cause per molestie
La ginnastica Usa è in bancarotta
Il caso del medico-orco. «Risarciremo tutti»


È come se trent’anni di occhi e porte chiuse, d’indifferenza e omertà di fronte a molestie e abusi gravissimi avessero cancellato di colpo 115 medaglie olimpiche conquistate in oltre un secolo. Come una qualunque azienda che affonda di fronte ai creditori, Usa Gymnastics, la Federazione americana di ginnastica artistica, ha aderito al famigerato Chapter 11, la procedura di amministrazione controllata che prevede la consegna dei libri contabili in tribunale e precede il fallimento.
Ai dirigenti federali è sembrata l’unica via di uscita di fronte a 140 cause di risarcimento individuali o collettive avanzate da 350 ginnaste vittime di molestie sessuali. Atlete ed ex atlete accusano i vertici federali di non aver voluto fermare Larry Nassar, il medico-mostro del team olimpico e condannato lo scorso gennaio a 60 anni di carcere per aver abusato di centinaia di atlete. Il processo a Nassar, che si è svolto davanti al tribunale di Ingham, nel Michigan, ha visto sfilare davanti alla giudice Rosemarie Aquilina tutte atlete che hanno raccontato decenni di abusi e orrori. L’arresto, il mese scorso, del presidente federale Steve Penny, accusato di aver coperto Nassar, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Le accuse
La Federazione accusata di non aver fermato le violenze
«Sono tempi duri»
L’indagine, nata da un’inchiesta del piccolo quotidiano Indianapolis «Star», i cui giornalisti si sono autofinanziati per poter far luce sui fatti, ha portato alla luce una rete di complicità federali estesissima. Sospetti, segnalazioni, report di medici e psicologi non hanno indotto nessuno nella ricca Federazione — con cui Nasser aveva cominciato a collaborare già nel 1986, diventando ben presto un guru — a fermare il mostro a cui le atlete venivano inviate e raccomandate per trattamenti medici e manipolazioni osteopatiche. A testimoniare contro Nasser si è presentata anche Simone Biles, stella planetaria della ginnastica con le sue quattro medaglie d’oro ai Giochi di Rio e 14 titoli mondiali.
Il rinnovamento dei vertici politici e amministrativi della Federazione non ha fermato la valanga di cause civili e richieste di risarcimento. Ieri Kathryn Carson, la nuova responsabile della Federazione, ha annunciato il ricorso al Codice di Bancarotta. «Sono tempi durissimi per la ginnastica americana — ha ammesso Carson — e la procedura ci consentirà di andare avanti, voltando pagina, con le attività di allenamento e competizione sia dei ragazzi che del team olimpico. Pagheremo debiti e risarcimenti fino all’ultimo centesimo grazie alle polizze assicurative sottoscritte in passato. Tutte le nostre iniziative — dal Capitolo 11, al lavoro di mediazione e cura dei sopravvissuti degli orribili abusi di Nassar, alle iniziative di sicurezza che abbiamo implementato, al sostegno dei nostri atleti e club — sono prese con l’ammissione delle colpe del passato e l’obiettivo di rendere la ginnastica negli Stati Uniti virtuosa e rispettosa degli atleti e ancora vincente».