Corriere 5.12.18
La battaglia per Lisippo
La Cassazione boccia il ricorso del Getty e ordina la confisca dell’«atleta vittorioso»
Ma il museo di Malibu avvisa: ce lo teniamo
di Paolo Conti
È
scontro aperto tra lo Stato italiano e i vertici del Getty Museum di
Los Angeles. Ieri la Corte di Cassazione ha respinto integralmente il
ricorso dei legali del museo statunitense contro la decisione presa nel
giugno scorso dal Giudice per le indagini preliminari di Pesaro, Giacomo
Gasparini, di confiscare il bronzo «l’atleta vittorioso» del IV secolo
avanti Cristo, attribuito a Lisippo, ripescato al largo di Fano nel 1964
e ora esposto al museo di Malibu.
La decisione della Cassazione
rende operativa immediatamente proprio la confisca «ovunque si trovi»,
ovvero nel cuore della collezione di antichità del grande museo
americano. Il pubblico ministero Silvia Cecchi annuncia presto una
rogatoria internazionale.
Ma dal Getty Museum arriva un'immediata
quanto perentoria reazione che lascia ben pochi spiragli alle
trattative. Dice Lisa Lapin, vice presidente delle comunicazioni del
Getty: «Continueremo a difendere il nostro diritto al Lisippo. La legge e
i fatti non giustificano la restituzione al governo italiano di una
scultura che è stata esposta al pubblico a Los Angeles per quasi mezzo
secolo. Oggi la Corte non ha offerto spiegazioni scritte della decisione
che contraddice la posizione presa cinquanta anni fa secondo cui non
c’erano elementi per stabilire una proprietà italiana. La statua non è
mai stata parte del patrimonio culturale italiano. La scoperta
accidentale da parte di cittadini italiani non la rende un oggetto
italiano».
La posizione del Getty, insomma, non cambia da anni: la
statua venne ritrovata in acque internazionali al largo di Fano nel
1964, non in acque italiane, dunque il successivo acquisto nel 1977 sul
mercato internazionale (la valutazione sfiorò ai tempi i 4 milioni di
dollari) è regolare.
Ricostruzione che nega alla radice quella del
nostro Paese: le acque erano italiane, il bronzo deve tornare in Italia
dove si consolida un fronte molto ampio pronto a battersi per la
restituzione del bronzo esposto a Malibu. Il ministro per i Beni e le
attività culturali, Alberto Bonisoli, evita lo scontro diretto ma chiede
comunque la restituzione: «Auspichiamo che al più presto le autorità
Usa si attivino per favorire la restituzione del Lisippo all’Italia,
siamo soddisfatti che finalmente si sia chiuso questo iter giudiziale e
sia stato riconosciuto al nostro Paese il diritto di recuperare
un’importantissima testimonianza del nostro patrimonio». L’ex ministro
per i Beni culturali, Francesco Rutelli, commenta: «Il successo italiano
è completo, i grandi musei internazionali sanno che acquistare
capolavori senza una trasparente carta d’identità può portare a pesanti
sconfitte». Sulla stessa linea Tristano Tonnini, legale
dell’associazione culturale marchigiana «La cento città», che nel 2007
presentò l’esposto alla Procura di Pesaro e avviò il procedimento: «Qui
non c’è in gioco solo la statua di Lisippo, ma tutto il patrimonio
culturale, artistico, storico italiano».
Intanto L’Atleta resta a Malibu, ammirato ogni anno da un milione e 600 mila visitatori.