Corriere 3.12.18
Spagna, choc andaluso
Crollano i socialisti, vola la destra di Vox
Colpo al premier Sánchez: rischio di elezioni anticipate
di Andrea Nicastro
Mancava
nel panorama politico iberico un movimento anti europeo e sovranista,
in stile Salvini, Orban o Le Pen. Ora c’è. L’eccezione spagnola è finita
ieri nelle urne di quella che una volta era la rossa Andalusia e che
oggi ha un Parlamento dove le destre (al 98% dello scrutinio) hanno la
maggioranza. Il nuovo partito Vox ha conquistato i primi 12 seggi della
sua storia e con l’11%, nell’ambiente meno favorevole di Spagna, si
prepara alla grande sfida di maggio per il Parlamento europeo e
moltissime amministrazioni locali.
Restano prima forza i
socialisti del presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez con il 28%
dei voti, ma è un primato inutile. Perdono il 7% e difficilmente
troveranno un alleato per continuare a guidare l’Andalusia. Il 2
dicembre 2018 marca la fine di un ciclo storico di 36 anni di governo
regionale e potrebbe coinvolgere anche l’esecutivo di Madrid
costringendolo a elezioni nazionali anticipate.
Dieci anni fa la
Spagna era ammirata in Italia per il suo bipartitismo garante di
governabilità. Con le stesse regole, il regno si ritrova con cinque
formazioni litigiose che vanno dall’estrema sinistra di Podemos
all’estrema destra di Vox. Protagonista del terremoto sistemico è
Santiago Abascal, 42 anni, nonno franchista, padre post franchista,
perfetta incarnazione machista del progetto Vox. Abascal è sociologo e
fa politica da sempre. Si è fatto le ossa nella gioventù del Pp a
Bilbao, una città difficile per uno che sente nelle vene l’«identità
spagnola». La sua valvola di sfogo era la tessera numero 13.886 della
Società nazionale di ornitologia. Osservare gli uccelli però non l’ha
reso un ecologista: nelle valli più selvagge, Abascal sente vivo lo
spirito della Reconquista spagnola contro la dominazione araba. Non a
caso ha cominciato la campagna elettorale in sella, come un cavaliere
medievale, tutto patria, famiglia e tradizioni.
Il suo successo
più clamoroso è maturato nelle infinite serre della provincia di
Almeria. Le nuove tecnologie di coltivazione hanno trasformato
agricoltori poveri delle cooperative rosse in piccoli imprenditori che
esportano verdura in tutta Europa. Assieme al benessere però è arrivata
anche la svolta a destra. Che poi Almeria sia anche la provincia
spagnola con la maggior presenza di migranti ha spianato la strada alla
destra senza complessi di Vox.
Si salva il nuovo leader dei
Popolari Pablo Casado perché il suo Pp resta seconda forza nonostante
l’emorragia del 6% di voti che lo ferma al 20%. Il Pp può comunque
aspirare a governare la Comunità come garante di tutte le destre.
Raddoppia
i consensi il liberal-nazionalista Albert Rivera e fino al 18%.
Ciudadanos conferma così la sua crescita esponenziale che in così pochi
anni ha del clamoroso. Avrebbe potuto esserci il sorpasso sul Pp, ma fa
nulla, ci saranno altre occasioni. Magari proprio in Andalusia se
Ciudadanos decidesse di non entrare in una giunta a guida Pp con
l’appoggio di Vox.
Sale un poco la sinistra-sinistra (dal 14 al
16%) che si ispira agli anti sistema di Podemos che qui si chiama
Adelante Andalucia, ma non basta a compensare il calo del Psoe.
L’Andalucia ha girato a destra. Ora tocca alla Spagna.