venerdì 21 dicembre 2018

Corriere 21.12.18
Nuova web tax, editori stupiti: tassa anche noi
di Rita Querzè


Tramite la nuova web tax il governo punta a garantire alle casse dello Stato 150 milioni quest’anno e 600 a regime dal 2020. La norma sarebbe operativa a partire dall’ultimo trimestre del 2019. Ma appena messa nero su bianco quella che doveva essere una «tassa Robin Hood», in grado di mettere le mani nelle tasche dei colossi del web che sfuggono al Fisco in Italia, ha suscitato le proteste di Confindustria Digitale e Fieg, la Federazione italiana degli editori. Entrambe convinte che alla fine la nuova web tax potrebbe risolversi in un inasprimento della pressione fiscale sulle aziende italiane. Nel merito, la tassa riguarda le società con ricavi — ovunque realizzati — pari o superiori a 750 milioni, di cui almeno 5,5 derivanti da servizi digitali. Il dovuto al Fisco sarebbe pari al 3% dei ricavi digitali. Indipendentemente dal fatto che alla fine l’azienda sia in utile o in perdita. «La web tax dovrebbe far pagare le tasse a chi oggi non le paga in Italia. Invece questa imposta colpisce i ricavi anche delle aziende italiane già soggette al prelievo ordinario — ribadisce il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti —. Rischia di deprimere ulteriormente i bilanci delle nostre imprese. Non può costituire un alibi per una forma generalizzata di nuova tassazione».