Corriere 21.12.18
Vladimir Putin avverte l’Occidente:
«Rischiamo un olocausto nucleare»
Il presidente russo: la Nato svilupperà armi atomiche tattiche? Noi ci difenderemo
di Fabrizio Dragosei
MOSCA
L’ipotesi avanzata da qualcuno di poter adoperare «piccole» bombe
atomiche tattiche e il ricorso a missili da crociera con esplosivo
convenzionale e non nucleare costituiscono un grave pericolo. E
potrebbero portare il mondo all’olocausto globale, anche se nessuno lo
vuole. Alla conferenza stampa annuale tenuta davanti a oltre 1.700
giornalisti, Vladimir Putin ha ammonito quelli che una volta erano
chiamati partner e che ora sembrano tornati a essere avversari.
Soprattutto gli europei che vivrebbero direttamente sulla loro pelle un
eventuale conflitto tra Russia e Nato.
Mosca, naturalmente, non
vuole assolutamente arrivare a un conflitto aperto e fa quello che fa
solo per difendersi. Il presidente russo, ex uomo dei servizi segreti,
nato e cresciuto in Unione Sovietica, ha la visione di un Paese
accerchiato (in realtà, secondo lui, lo è praticamente sempre stato) e
contro il quale l’intero Occidente continua a tramare per non
riconoscergli quel posto sullo scacchiere internazionale che invece
merita. Così se al Cremlino vengono rimproverati gli attentati a
dissidenti all’estero, le ingerenze nella vita politica di altri Paesi,
il «bullismo» nei confronti degli Stati vicini, a cominciare
dall’Ucraina, questo avviene per una «russofobia» imperante.
E il
Paese, quindi, si difende. A seguito dell’uscita americana dal trattato
sulla difesa antimissilistica (i cosiddetti missili antimissile), la
Russia ha sviluppato, a dire di Putin, un’arma efficacissima che nessun
altro ha e che protegge il suo territorio dalle iniziative aggressive
degli Stati Uniti.
Ma la situazione è tale che il pericolo di un
conflitto è aumentato. «C’è la tendenza ad abbassare la soglia per
l’uso» di ordigni atomici, con la proposta di bombe tattiche. E poi ci
sono i vettori con armamento tradizionale: «Se un sottomarino dalle
profondità dell’oceano lancia un missile balistico, chi cavolo sa se è
nucleare o non nucleare? Vallo a capire!».
Rispondendo a una
domanda sull’ultimo scontro con l’Ucraina, Putin ha ricordato come fino a
pochi mesi fa nello stretto di Kerch le navi di Kiev, anche quelle
militari, passassero senza problemi, informando i russi e venendo
guidate. Poi il 25 novembre gli ucraini hanno optato per un’operazione
segreta, tentando di far passare tre vascelli senza avvertire. «Una
provocazione», ha tagliato corto.
Molte delle domande fatte dai
giornalisti russi vertevano su temi economici, viste le difficoltà del
Paese. Putin, che in passato aveva sempre alzato la voce contro le
sanzioni, sembra essersi deciso a fare buon viso a cattiva sorte, dato
che anche l’Europa le ha rinnovate all’unanimità. Ha sostenuto che in
realtà hanno fatto pochissimo danno alla Russia. E poi il sistema
produttivo del Paese «si è già adattato a queste restrizioni esterne».
Molte importazioni sono state sostituite da beni che adesso vengono
fabbricati in Russia. Insomma, è stato quasi un fatto positivo. E chi
forse ne ha sofferto di più, a dire del capo del Cremlino, sono stati i
Paesi che hanno imposto le sanzioni.