lunedì 5 novembre 2018

Repubblica Roma 5.11.18
I giovani all’attacco "Questa scuola è la nostra casa cacciati a causa del vento leghista"
di Marina de Ghantuz Cubbe


Lo sgombero del Virgilio dimostra la forza degli studenti. Ne sono convinti e lo rivendicano a gran voce, i ragazzi e le ragazze che, cacciati all’alba da scuola, nel pomeriggio si sono radunati in piazza della Moretta. «Siamo arrabbiati — ha detto una giovane studentessa durante l’assemblea — perché la scuola è un luogo di formazione e non di repressione, questa scuola è la nostra casa e non possono cacciarci». Z. P. è una delle candidate a diventare presidente d’istituto e pensa che « con uno sgombero con così tanta polizia vogliono dimostrare cosa si devono aspettare gli studenti di Roma questo inverno. Questo è il risultato — ha aggiunto — delle politiche del ministro Salvini».
La stagione delle occupazioni e delle manifestazioni sembra essere appena iniziata: « Abbiamo vinto, hanno paura di noi — ha detto S. M. a pochi centimetri dalla polizia che intanto aveva indossato i caschi e preso i manganelli — Stiamo protestando perché hanno voluto far tacere persone che avevano qualcosa da dire». Ma promettono di non rimanere in silenzio. E per oggi alle 11 hanno convocato un’altra assemblea, probabilmente con l’intervento del sindacalista Aboubakar Soumahoro, che i ragazzi avrebbero voluto incontrare dentro la scuola, durante l’occupazione.
Sostiene Riccardo: «Per noi i rapporti col preside si sono rotti. Certo, ci parleremo se ne avremo l’occasione, ma siamo rimasti senza parole perché — ha continuato il ragazzo — ha dato il via a uno sgombero sproporzionato, mettendo in difficoltà soprattutto i più giovani».
I genitori degli studenti minorenni sono stati chiamati in mattinata per riprendere i figli a scuola e in molti ragazzi, ancor prima che arrivassero i parenti, si sono chiesti: «E adesso come facciamo a dire ai nostri che ci devono identificare? » . Qualche genitore si è arrabbiato, racconta F.T., al primo anno di liceo: «Mia madre si è preoccupata, mio padre invece ridacchiava quando mi è venuto a prendere e penso — continua il ragazzo — che i nostri genitori ci sostengano, infatti questa sera siamo qui, ci hanno fatto venire».
Gli studenti del liceo di via Giulia avrebbero voluto continuare la protesta e volevano « trasformarla in giornate in cui a essere coinvolti fossero anche i professori — ha spiegato A. R. — facendo lezione fuori dalla scuola e organizzando dei flash mob » . La proposta doveva diventare ufficiale questa mattina, ma lo sgombero di ieri ha fermato tutto. Tra le idee emerse durante l’assemblea, anche quella di organizzare una manifestazione per venerdì 9. «Noi non ci fermiamo — ha detto Z. P. E, citando Antonio Gramsci, ha aggiunto: «Perché siamo contro questo governo e odiamo gli indifferenti».