Repubblica Roma 2.11.18
A cinquant’anni dalla contestazione
'68, quelli che la rivoluzione l’hanno fatta al cinema
di Franco Montini
Al
cinema il ’68 è iniziato qualche anno prima: il film emblema di una
stagione caratterizzata dalle rivolte, dalle inquietudini, dalla rabbia,
dalla contestazione delle giovani generazioni è "I pugni in tasca" di
Marco Bellocchio, realizzato nel 1965. «Non ero molto cosciente di
quello che stavo facendo e mi sfuggiva il senso di libertà e di rottura
che poteva esserci nel mio film», ricorderà anni dopo l’autore, ma, se
da un punto di vista contenutistico, distruggendo il mito della
famiglia, "I pugni in tasca" suonava come un violento atto di accusa nei
confronti dell’ipocrisia borghese, le novità riguardavano anche gli
aspetti produttivi e linguistici. Diretto da un regista all’epoca
26enne, il film era una piccola produzione indipendente, dotata di uno
stile insolito, dissacrante ed estremista, grottesco e per certi versi
volutamente sgradevole.
Insomma un’autentica novità che esplose
nel panorama del cinema italiano come una bomba, nonostante i contenuti
politici, che emergeranno più esplicitamente nel secondo film di
Bellocchio "La Cina è vicina", 1967, fossero molto vaghi. In ogni caso
"I pugni in tasca" dimostrò la possibilità di usare il cinema come uno
strumento di ribellione e aprì la strada ad una nuova stagione del
nostro cinema, segnata dall’apparizione sul grande schermo dei giovani,
della politica, delle lotte sindacali e studentesche.
Esattamente a
50 anni di distanza, a rivisitare quell’epoca, con la proiezione di
film cult, le testimonianze di alcuni protagonisti, oltre Bellocchio,
Paolo Taviani, Silvano Agosti, Liliana Cavani, gli approfondimenti e le
riflessioni di studiosi, è "Il progetto e le forme di un cinema
politico" in programma da sabato 3 a martedì 13 novembre.
L’iniziativa,
promossa dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e
dalla Fondazione Gramsci, si svolge in più sedi: Casa del Cinema, dove
nella giornata inaugurale alle 19,30 Paolo Taviani introdurrà la
proiezione di "Sovversivi", realizzato nel 1967, il primo film sulla
crisi dell’ideologia comunista, sala Trevi, Galleria Nazionale d’Arte
Moderna, Università Roma Tre.
Fra i film in cartellone anche
"Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri;
"Nostra signora dei Turchi" di Carmelo Bene; "Umano non umano" di Mario
Schifano; "Grazie zia" di Salvatore Samperi. Ma un ampio spazio è
dedicato alla proiezione di cinema militante, con rari documentari e
cortometraggi, spesso realizzati in forma collettiva, che mostrano le
manifestazioni di piazza, gli scontri con le forze dell’ordine, le
occupazioni studentesche.
Tutti materiali che, al di là della
mitologia sul ’68, raccontano la realtà di ciò che avvenne e
testimoniano lo slancio creativo e il bisogno di sperimentare formule
narrative insolite ed inedite da parte di una generazione, decisa a
rompere definitivamente con il passato.
Il programma è scaricabile sul sito: https://www.aamod.it.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito