giovedì 8 novembre 2018

Repubblica 8.11.18
Dopo secoli di contrasti
Grecia, storica pace tra Stato e Chiesa
di Ettore Livini


Alexis Tsipras fa la pace con la Chiesa ortodossa greca e raggiunge con l’arcivescovo Geronimos un’intesa che chiude l’eterno contenzioso tra i governi ellenici e il Sacro Sinodo. Il compromesso, che dovrà essere approvato dalle massime autorità ecclesiastiche copre tutti i punti (molto terreni), che hanno avvelenato i rapporti tra Stato e Chiesa negli ultimi 70 anni. Primo fra tutti il destino delle terre confiscate nel 1939 dalla politica e per cui la gerarchia ortodossa, riconosce ora la bozza di intesa, non è stata adeguatamente compensata.
Tutto il patrimonio immobiliare conteso verrà ora riunito in un maxi-fondo che provvederà alla gestione e a distribuire a proventi dividendoli a metà tra le parti. L’altro caposaldo dell’accordo riguarda il pagamento dello stipendio dei circa 10mila preti ortodossi, che oggi sono dipendenti pubblici che ricevono la busta paga dallo stato. Ora cambierà tutto. A garantire le retribuzioni sarà direttamente la Chiesa, cui il Governo però girerà 200 milioni l’anno di sussidi per garantire gli esborsi. In cambio di queste concessioni Geronimos si è impegnato a far cadere tutte le cause contro lo stato sul patrimonio immobiliare.
Il compromesso storico con la Chiesa rappresenta una grande vittoria politica per Alexis Tsipras. La prima questione, estetica, è che l’annuncio dell’intesa ha offuscato mediaticamente la decisione dell’opposizione di centrodestra di chiedere modifiche della Costituzione. I vantaggi politici sono però altri. Specie in vista delle elezioni politiche del 2019.
Il primo è che l’uscita dalle fila dei dipendenti pubblici di 10mila preti consentirà all’esecutivo di assumere altrettante persone nella sanità e nella scuola senza superare i limiti imposti dalla troika. Il secondo è che grazie alla stretta di mano di ieri, Geronimos darà via libera alla revisione dell’articolo 3 della Costituzione che riguarda il suolo della Chiesa. Tsipras cambierà il testo garantendo la separazione tra lo Stato e il potere ortodosso, una soluzione "laica" chiesta da sempre dall’ala più a sinistra di Syriza senza irritare il resto del Paese grazie alla benedizione dell’arcivescovo. Il premier ellenico è stato il primo nella storia del Paese a non giurare sulla Bibbia.