Repubblica 7.11.18
Amy Chozick
"Donne alla carica Siamo ripartite dalla sconfitta di Hillary Clinton"
intervista di Anna Lombardi
NEW
YORK Sono convinta che l’alto numero di deputate donne che vedremo nel
2019 al Congresso non nasce solo dalla reazione alla misoginia di Donald
Trump. Lo dobbiamo in parte a Hillary Clinton. Nel bene e nel male:
perché se è vero che la sua corsa non ha rotto il "soffitto di
cristallo", la barriera che da sempre impedisce alle donne di arrivare
ai vertici, di sicuro ha mostrato a tante - soprattutto in casa
democratica - che la strada è possibile. E a sue spese ha mostrato anche
come non va percorsa». Amy Chozick, 39 anni, lo sa bene: è la reporter
del New York Times che fra 2008 e 2016 fu al seguito di Hillary
seguendone la parabola politica. Fino a sentirsi in parte responsabile
della sconfitta: il suo giornale, si disse, dedicò troppo spazio al caso
delle email private, rischiando di fare – lo si scoprì dopo – il gioco
degli hacker russi. A quell’esperienza Amy ha dedicato un libro che esce
domani in Italia, "In corsa con Hillary", edito da Harper Collins.
L’ombra di Hillary anche su queste elezioni?
«In
America la sua figura divide ancora molto. Certo, molte neo elette – ma
anche le donne scese in piazza a protestare e perfino le tante che
hanno trovato il coraggio di denunciare abusi sessuali – hanno guardato a
lei. Il fatto che sia stata sconfitta da Donald Trump le ha indignate.
E
allo stesso tempo le ha fatte infuriare per i tanti errori da lei
commessi. In questo Hillary ha fatto scuola: portano avanti il suo
esempio, ma non il suo stile».
In che cosa si distinguono?
«Hanno
capito che non c’è nessun bisogno di mostrarsi perfette. Hillary era
impeccabile con i suoi tailleur a pantaloni e i focus group per dire
sempre la cosa giusta: il risultato fu che sembrava finta. Le donne che
hanno corso questa campagna hanno mostrato i tatuaggi, si sono portate
dietro i figli, hanno raccontato le loro storie, passati non sempre
edificanti.
Sono state il più possibile loro stesse».
Un esempio di comunicazione di successo?
«La
più conosciuta, Alexandria Ocasio-Cortez, a New York, fu attaccata
dalla destra perché in certe foto su una rivista aveva un abito griffato
molto costoso. Le diedero della "socialista ipocrita": lei li ha
zittiti senza vergognarsi di dire che quel vestito lo aveva comprato a
un mercatino dell’usato per soli 29 dollari.
Impensabile in passato».
Quando vedremo un’altra donna correre per la Casa Bianca?
«Presto. Si fanno già i nomi di Elizabeth Warren, Kamala Harris, Kirsten Gillibrand.
Forse nei prossimi due anni emergeranno altre che entrano ora per la prima volta al Congresso».
E lei che ha vissuto da testimone la sconfitta di Hillary che consiglio darebbe?
«Parlare
molto: anche con la stampa. Può sembrare autoreferenziale, ma uno dei
problemi della Clinton fu proprio che non si concedeva a nessuno:
perfino noi che la seguivamo da vicino faticavamo a capirla. Ora basta:
devi dire chiaro tondo chi sei e cosa vuoi per cambiare davvero questo
paese».