Repubblica 25.11.18
Zagrebelsky scuote la sinistra: è una sveglia
Da
Cheli a Cassese, da Tarquinio a De Monticelli molti consensi
all’appello sulla resistenza civile Castellina: serve autocritica
di Maria Berlinguer
Gustavo
Zagrebelsky rompe un lungo silenzio con un appello dalle colonne di
Repubblica. « È arrivato il tempo delle resistenza civile » , scrive il
professore invitando a reagire di fronte alle illegalità e contro la
cultura della discriminazione e della violenza. « Fino al limite della
disobbedienza civile, come ci ha insegnato Don Milani».
«Condivido
in pieno l’appello di Zagrebelsky, confesso che mi sono un po’
emozionato leggendolo perché è la prima volta che si mette in chiaro
quello che sta capitando così lucidamente » , dice il costituzionalista
Enzo Cheli. «I costituzionalisti sono restati silenziosi? Vero, perché
nessuno sta attaccando formalmente la Costituzione scegliendo di
smantellarla in modo subdolo. Come? Per esempio con la politica che si
sta facendo sull’Europa che è una violazione dell’articolo 11 sui
trattati internazionali. Zagrebelsky ha dato una sveglia a tutti
ricordandoci che il problema oggi non è la governabilità ma la
democrazia », aggiunge Cheli.
Anche Sabino Cassese condivide i
principi dell’appello. E, ci tiene a sottolineare, non da ora: «Scrivo
settimanalmente quello che penso quindi non sono d’accordo sul fatto che
i costituzionalisti hanno sottovalutato quello che accade. Non tutti.
Fra tre settimane uscirà anche un mio libro. Tuttavia anch’io sono
esterrefatto rispetto alla sottovalutazione dei pericoli che stiamo
correndo, ma sono altri che dovrebbero parlare».
Marco Tarquinio,
direttore di Avvenire è preoccupato. «È difficile non vedere lo
scivolamento verso valori antidemocratici, verso forme di razzismo e
anche di violenza. A volte vengono in mente i primi decenni del secolo
scorso. E anche l’attacco all’informazione del governo va in questa
direzione Fino a oggi Salvini ha avuto gioco facile con i ministeri
della propaganda, ma la realtà è testarda e l’Italia resta una grande
democrazia e io credo che abbiamo gli anticorpi per reagire». Non è solo
in mondo intellettuale a rilanciare l’appello. «Mi spaventa la
legittimazione dell’ odio, gli atti di razzismo che si moltiplicano.
Sono d’accordo con l’appello alla resistenza civile contro questo
governo che ha permesso a tutti di tirare fuori il peggio. Razzismo e
xenofobia c’erano anche prima. Ora però nessuno si vergogna», dice
Nicola Pesoli, 18 anni, studente del liceo Mamiani di Roma, il primo
occupato contro il governo.
Dice Luciana Castellina, nome storico
della sinistra italiana: « Se sono preoccupata dalla deriva
antidemocratica? Certo. Condivido gli appelli alla resistenza ma il
punto è la ricomposizione della società. Questo governo non è frutto di
una macumba ma il risultato di errori della politica e della sinistra.
Purtroppo non basta più dire difendiamo la Costituzione, senza una vera
autocritica sugli errori non cambieremo le cose » , avverte Castellina.
L’ex ministra Maria Elena Boschi su Twitter: « Dunque il professor
Zagrebelsky unisce la sua voce contro i rischi del governo. Non una
parola però sulle responsabilità di chi ha sdoganato il grillismo e di
chi ci accusava ingiustamente di deriva autoritaria».
«È
un’analisi precisa di quello che sta accadendo » , dice infine la
filosofa Roberta De Monticelli puntando il dito anche sulle promesse
disattese di una parte del governo, quella del M5S. « Dove sono finite
le speranze di legalità e di giustizia? Non penso che gli elettori li
abbiamo votati aspettando dei condoni».
"Basta con il silenzio"
L’intervento di Gustavo Zagrebelsky sulla resistenza civile uscito ieri su Repubblica