lunedì 19 novembre 2018

Repubblica 19.11.18
Pence e Xi, ecco il vertice dei falsi sorrisi
L’incontro delle nazioni di Asia-Pacifico si chiude senza accordi per la prima volta: segno della rivalità crescente fra Usa e Cina
di Alberto Flores d’Arcais


New York Niente comunicato finale congiunto, ed è la prima volta che accade. Il vertice della cooperazione economica Asia- Pacifico (Apec) si è chiuso in Papua Nuova Guinea senza trovare un accordo, troppo forte la rivalità tra Stati Uniti e Cina, i «due giganti nella sala » ( come li ha definiti il premier del Paese ospitante Peter O’Neill).
Al summit di Port Moresby erano presenti i rappresentanti di 21 nazioni della regione Asia- Pacifico — dove vive circa la metà della popolazione mondiale - ma Washington e Pechino sul futuro della regione hanno una visione troppo conflittuale per trovare compromessi. Alla frattura decisiva avrebbe contribuito soprattutto la disputa sulla riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) e un passaggio nella bozza di documento finale relativo a « pratiche commerciali ingiuste » , voluto dalla Casa Bianca e che avrebbe fatto inalberare i diplomatici cinesi.
Questi ultimi, stando alle testimonianze raccolte dalle agenzie internazionali, avrebbero tentato di convincere il ministro degli Esteri della Papua Nuova Guinea a fare passare nel comunicato la versione di Pechino. Prima ancora della dichiarazione ufficiale di O’Neill, il premier canadese, Justin Trudeau, aveva annunciato che il summit si sarebbe chiuso senza accordo, dando la responsabilità a Cina e Stati Uniti.
O’Neill, che in un primo momento aveva parlato di « franchi scambi di opinioni» ha poi dovuto ammettere come fossero emerse « crescenti tensioni commerciali tra i Paesi». Il segno chiaro che, nonostante le dichiarazioni finali di collaborazione, il vertice è fallito.