Repubblica 12.11.18
"Olga", il nuovo romanzo di Bernhard Schlink
Col sangue, col ferro e con l’amore indagine sulle radici del Male
di Susanna Nirenstein
Per
Bernhard Schlink, nato nel 1939 in Germania, affrontare la storia
nazionale tedesca, così pregna di sangue innocente, è un compito
naturale, obbligatorio. Venti anni fa il suo Il lettore, reso famoso
anche dal film The Reader, decretò il suo successo: quel misto di
erotismo, orrore e pena che avvolgeva la sua protagonista, una kapò
analfabeta e omicida che doveva rappresentare la pochezza inconsapevole
del popolo tedesco all’epoca del nazismo, insieme allo stile algido in
cui il romanzo era scritto, fece breccia nei 40 paesi in cui il libro fu
tradotto. La scelta di Schlink, la sua necessità di trattare
severamente ma senza astio il passato, non fu comunque risparmiata dalle
critiche. Jeremy Adler dalle colonne della Suddeutsche Zeitung lo
accusò di «pornografia culturale» e disse che il romanzo semplificava la
storia e spingeva i lettori a identificarsi con i carnefici.
Cynthia
Ozick su Commentary lo definì «il prodotto, consapevole o meno, del
desiderio di distogliere l’attenzione dalla colpa di una popolazione
normalmente educata in una nazione famosa per la sua Kultur ».
Questa
volta, con Olga, il suo nuovo romanzo, è diverso: Schlink, pur cercando
sempre tra le radici del Male tedesco, e seguendo sempre la sua ricetta
narrativa fatta di amore e Storia, traccia un percorso quasi didattico
per spiegare lo svolgersi degli avvenimenti, individuando in Bismarck,
il cancelliere di ferro prussiano artefice della nascita dell’impero
tedesco e del suo espansionismo «col sangue e col ferro», l’inizio di
tutti i mali.
Anche se è Olga, un’orfana tirata su da una nonna
severa all’inizio del XX secolo in un villaggio della Slesia, la
protagonista incontrastata, è il suo amore per l’aristocratico Herbert,
il cuore di un racconto, che fino a metà del libro si dimostra asciutto e
vorticoso. L’amore tra i due è chiaramente contrastato dalla famiglia
di lui, ma è proprio la personalità di quest’ultimo, amante di una
natura selvaggia e senza limiti, affamato di spazi sconfinati, di
risposte sull’esistenza di Dio, a dare impulso agli avvenimenti. Herbert
infatti è troppo inquieto per dedicarsi banalmente agli studi: cerca
risposte in Nietzsche, inizia ad assorbire i flussi di parole che sente
intorno a sé, parla di razze pure, di superuomini, di rendere grande la
Germania. Arde. E Olga, anche se trova vuoti quei paroloni, si innamora
sempre più di quello sguardo azzurro e limpido, eccitato. Olga diventa
un’insegnante devota al suo lavoro, indipendente e orgogliosa, anche
quando si ritrova trasferita in un paesino, a Tilsit, dove Herbert la
viene spesso a trovare.
Si amano. Ogni matrimonio però è proibito.
Herbert entra nell’esercito. Non solo, si offre volontario per le
truppe coloniali destinate all’Africa tedesca: lo aspettano il popolo
degli Herero e quello che viene giudicato il primo genocidio del
Novecento. Olga non lo capisce, è contraria a quella conquista, ma lo
ama, gli perdona tutto, crede che quella fame vanagloriosa di spazi si
possa placare. Non sarà così, i deserti, i leopardi, la vittoria lo
esaltano. Al suo ritorno, si inventerà nuove avventure che lo portino
nella «vastità infinita»: l’Argentina prima di tutto e poi il Brasile, e
ancora la Siberia. Inizia a raccontare i suoi viaggi in alcune
conferenze. È sempre più rapito dalla sua idea di grandezza, per se
stesso e per la patria. Olga, anche se desidera che lui la smetta con le
sue farneticazioni di gloria, gli insegna l’arte oratoria per riuscire a
fargli avere i finanziamenti che cerca: trattandolo come un bambino,
compiacendolo, non sa che futuro disastroso sta costruendo, per sé e per
lui.
La Prima guerra mondiale è alle porte. Anche Eik, il
ragazzino di cui Olga si prende particolarmente cura a Tilsit e a cui
racconta con stupore reverenziale le imprese di Herbert ma anche l’amore
per la giustizia e la Repubblica, inizia a fantasticare di spazio
vitale tedesco. Pochi passi ancora e entra nelle Ss. Olga si sente
tradita due volte. Ha una vita difficile davanti a sé. Lenta e
solitaria. Cosparsa di guerre crudeli. Lascerà molte lettere dietro di
sé che sveleranno tanti segreti, anche su chi, un giorno, ha fatto
saltare la statua di Bismarck nel mezzo di una piazza. E Schlink, questa
volta senza assolvere nessuno, chiude il cerchio.