lunedì 12 novembre 2018

Repubblica 12.11.18
Il corteo di Roma
Parla una delle promotrici
"Ma la piazza antirazzista con centomila persone dice che c’è un’altra Italia"
di Rory Cappelli


ROMA Giovanna Cavallo, responsabile dell’area legale Baobab, da vent’anni si occupa di diritti dei migranti. È stata tra i promotori della grande manifestazione #indivisibili del 10 novembre, «che ha avuto una risposta inaspettata», dice con un sorriso, «anche per noi che ci crediamo. E ci ha fatto capire quanto in Italia ci sia voglia di impegno».
Eppure sembra che l’Italia sia diventata razzista: porti chiusi, decreti, caccia al nero. Cosa ha invece raccontato #indivisibili?
«L’assoluta estraneità di centinaia di migliaia di persone al clima di paura che questo governo vuole imporre. In piazza c’erano 500 organizzazioni: bambini, donne, impiegati, dirigenti, disoccupati, migranti, insegnanti con intere scuole, fino ad arrivare a chi dell’attivismo fa una ragione di vita.
Era una piazza civica e libera che ha dato un segnale di discontinuità rispetto al terrore montante».
C’è dunque un’Italia che resiste, apolitica: come siete riusciti a intercettarla?
«In realtà non abbiamo intercettato nessuno: è stata la voglia di partecipare delle persone a intercettare noi. Ci hanno contattato su Facebook, nei nostri centri, ci hanno chiesto: cosa possiamo fare? È stata questa Italia diversa a muoversi, noi ci abbiamo scommesso. Ci aspettavamo 20 mila persone, non avevamo idea che ne sarebbero arrivate 100mila, che tutta Roma avrebbe invaso piazza San Giovanni, anche per esprimere un dissenso contro le politiche cittadine: c’è la voglia di dire non mi appartiene la logica dello sgombero, della repressione, di un decreto come il dl Salvini».
Cosa significa non essere razzisti?
«In questo Paese significa dire la verità. Chi è razzista non solo è ignorante ma è anche bugiardo, perché le idee che fomentano la paura e l’odio sociale sono false e tentano di mantenere l’emergenza basata sulla paura. Chi è razzista è ignorante perché crede alle bugie che gli vengono raccontate ed è bugiardo perché le diffonde».
L’antidoto?
«Sognare un po’ di più di poter cambiare. Non vivere di rabbia, ma cercare di essere protagonisti del futuro. La situazione è quasi a un punto di non ritorno: con l’emergenza che questo pacchetto determina torneremo al Medioevo per la gestione dei flussi migratori. Anche molti magistrati ne denunciano l’incostituzionalità.
Dobbiamo stare attenti».