Repubblica 10.11.18
Chiara Tonelli sulle disuguaglianze in campo sanitario
Ridurre le spese per la ricerca è il primo peccato
di Valentina Della Seta
La
ricerca è fondamentale, ma il problema è anche politico, economico e
sociale. Le disuguaglianze in campo sanitario continuano a uccidere:
«Nei Paesi in via di sviluppo un milione e mezzo di bambini muoiono ogni
anno perché non sono vaccinati per le malattie di base», spiega Chiara
Tonelli, professore di Genetica all’Università degli Studi di Milano e
presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi, che
presenta la decima conferenza mondiale Science for Peace.
«Ci sono persone che ancora oggi non hanno accesso a un programma di vaccinazione.
Soprattutto in Africa, dove è difficile raggiungere certi villaggi e ci sono tantissimi morti sotto i cinque anni».
Sono
dati spaventosi che, visti da qui, ci riportano indietro di almeno
cento anni. Ai racconti dei nonni, che in molti casi avevano perso
fratellini o sorelline per malattie che oggi, grazie alla disponibilità
di vaccini e antibiotici, non dovrebbero preoccupare più di tanto. Se
non fosse per le persone che le disuguaglianze se le vogliono creare:
«Nei Paesi occidentali abbiamo un tasso crescente di non accesso ai
vaccini perché c’è chi pensa che non siano necessari, o crede
addirittura che possano recare danno alla salute. È un problema serio.
Come tutti sanno abbiamo anche in Italia dei casi recenti di bambini
morti per morbillo. C’è da riflettere anche sul fatto che a essere
colpiti sono i piccoli che partono svantaggiati, da uno stato di
disuguaglianza, perché per problemi di salute non possono vaccinarsi e
hanno un sistema immunitario fragile. A renderli uguali dovrebbe
pensarci la comunità, gli altri bambini che vaccinandosi tutti
ostacolerebbero il diffondersi dei virus». Il problema dei vaccini, che
in Italia ha occupato la maggior parte dei discorsi sulla salute di
questi ultimi anni, fa capire come i fattori culturali abbiano una
grande importanza in campo medico: «Proprio per questo per la prima
volta a Science for Peace trattiamo un argomento a tutto tondo», afferma
Tonelli. «La scienza produce risultati, ma poi devono esserci le
condizioni per applicarli». Una di queste condizioni è la diffusione
della cultura della prevenzione: «Una merendina costa molto meno di un
chilo di frutta», spiega la genetista. «Per le famiglie più povere la
crisi economica favorisce un’alimentazione sbilanciata, e questo aumenta
il rischio di sviluppare malattie croniche. Durante la conferenza
vedremo come alcune fasce della popolazione italiana stiano abbandonando
la dieta mediterranea per un’alimentazione ricca di grassi e
carboidrati». L’altro tema centrale sarà la medicina di genere: «La
maggior parte delle cure e dei protocolli in passato sono stati testati
sugli uomini. Ma le donne, oggi lo sappiamo, rispondono in maniera
diversa alle cure», dice Tonelli. Alla fine della conferenza, Fondazione
Umberto Veronesi presenterà un appello per risvegliare la società sulle
conseguenze delle disuguaglianze nella ricerca: «La riduzione delle
spese per la ricerca rappresenta il primo peccato di disuguaglianza»,
dice il documento. «Esso si traduce, da un lato, in disuguaglianze in
termini di opportunità di lavoro per chi fa ricerca, dall’altro, in
disuguaglianze in termini di fruizione dei risultati della ricerca da
parte dei normali cittadini. Ciò peggiora la qualità della vita di
tutti, cittadini e ricercatori».