Repubblica 10.11.18
l sondaggio Demos
Salvini convince gli elettori grillini due su tre dicono no ai migranti
Oltre
la metà degli italiani condivide i respingimenti delle navi. In dodici
mesi atteggiamento ribaltato, soprattutto tra i ceti più esposti alla
crisi. Ma ci sono anche motivi di ordine politico
di Ilvo Diamanti
L’immigrazione
è divenuta un tema determinante nella scelta di voto. Non solo In
Italia. Dove, però, ha condizionato l’esito delle elezioni di marzo, ma
anche gli orientamenti politici nei mesi seguenti. Ha, infatti,
contribuito a canalizzare i consensi a favore della Lega di Salvini. Che
ha utilizzato l’argomento per alimentare l’in-sicurezza degli italiani.
Presentandosi come il "Ministro della Paura". Un personaggio
"raffigurato", in modo esemplare, oltre che "pre-figurativo", da Antonio
Albanese, alcuni anni fa.
D’altronde, nello scorso mese di giugno
abbiamo inseguito, sui media, oltre che per mare, la nave Aquarius. Per
9 giorni, ha vagato nel Mediterraneo, alla ricerca di un porto dove
sbarcare gli oltre 600 migranti (e più di 100 minori) che trasportava.
Prima di approdare a Valencia, dopo il rifiuto di Malta e dell’Italia.
Dettato,
anzitutto dal vice-premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Un
"viaggio" accompagnato, un passo dopo l’altro, dai media (come rileva
Osservatorio di Pavia per Associazione Carta di Roma).
All’Aquarius,
infatti vengono dedicati circa 4-5 servizi ogni sera nei principali
notiziari tv ( TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto, TgLa7). Il caso
Aquarius occupa, peraltro, per 35 volte le prime pagine dei quotidiani
nazionali ( Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale,
Avvenire, Il Fatto quotidiano). Significativa è anche l’attenzione
dedicata, a fine agosto, alla nave Diciotti.
Trasportava anch’essa
oltre cento migranti, accolti in larga parte dalla Cei. Cioè, dai
vescovi italiani. Il sondaggio, condotto da Demos nelle ultime
settimane, rileva come questa "chiusura" verso gli sbarchi costituisca
una scelta "popolare", oltre che "populista".
Condivisa da oltre
la metà degli italiani (nel campione intervistato). Per la precisione:
il 52%. Mentre la disponibilità ad accogliere le navi che trasportano
migranti si riduce sensibilmente: al 40%. Tuttavia, non è stato sempre
così. Anzi, solo un anno fa, le opinioni degli italiani presentavano un
profilo molto diverso. Quasi rovesciato. Il 49%, infatti, sosteneva che
fosse importante puntare sull’accoglienza. Mentre il 44% avrebbe
preferito respingerli.
L’atteggiamento degli italiani, dunque, è cambiato sensibilmente. In tempi relativamente brevi.
La
richiesta di tenere lontani gli stranieri dai nostri porti e dal nostro
Paese risuona particolarmente forte fra gli operai (quasi 62%) ma
soprattutto fra i disoccupati (oltre il 70%).
Dunque, presso i
gruppi sociali più esposti alla crisi. Tuttavia, risulta molto elevato
anche fra i lavoratori autonomi. Che sentono anch’essi il peso dei
cambiamenti economici. In altri termini: c’è maggiore chiusura (in ogni
senso) fra le componenti sociali più vulnerabili, sul mercato del
lavoro. L’aspetto che condiziona maggiormente l’ostilità verso gli
sbarchi, però, appare l’orientamento politico. La scelta di voto. Fra
gli elettori della Lega, infatti, la preclusione verso gli sbarchi
raggiunge l’84%. Al contrario, quasi l’80% tra gli elettori del Pd
dimostra apertura verso il fenomeno. Tuttavia, è interessante valutare
come il sentimento sia cambiato sensibilmente nell’ultimo anno.
Cioè:
dopo le elezioni di marzo. In particolare, se teniamo conto della
posizione assunta dai principali partiti fra governo e opposizione. Tra
gennaio 2017 e ottobre 2018, il favore verso l’accoglienza, nella base
elettorale del Pd, sale di oltre 10 punti. Dal 66% al 79%. Ma lo stesso
avviene tra chi vota per Forza Italia: dal 37% al 49%. In questo caso,
più della posizione politica sull’asse destra/sinistra, conta la volontà
di distinguersi e distanziarsi dalla Lega di Salvini. Che ha ripudiato
l’alleanza con Berlusconi, dopo le elezioni, per governare. Insieme al
M5S. Il Pd e FI, d’altronde, negli ultimi mesi hanno visto ridursi la
loro base elettorale.
Nel M5S è avvenuto un percorso opposto.
Soltanto un anno fa: imprevedibile. Nel 2017, infatti, quasi metà degli
elettori a 5S approvava l’accoglienza delle navi che trasportano
immigrati. Oggi, però, poco più di un quarto sostiene questa posizione,
mentre i due terzi la pensano come i leghisti. Cioè: che le navi vadano
respinte.
Così, si conferma un processo già rilevato, alcune settimane fa, in una precedente Mappa.
L’avvicinamento
e, ancor più l’integrazione, dei 5S e della loro base elettorale non
solo all’area di governo. Ma alla Lega e, ancor più, a Matteo Salvini.
In altri termini: alla Lega di Salvini. LdS. E ciò suggerisce due
diverse riflessioni.
La prima, di breve periodo, riguarda la
leadership assunta da Salvini e dalla sua Lega. In grado di attrarre e,
quasi, riassumere anche il M5S. Trasformandosi in una L5S: una Lega a 5
stelle.
Capace, inoltre, di imporsi come punto di attrazione e
divisione per l’intero sistema politico. Usando le paure come argomento e
come bandiera.
L’altra riflessione è che le opinioni non sono
immobili. Che gli italiani non sono contrari agli sbarchi di navi che
trasportano immigrati dalle sponde del Nord Africa. Per principio. Un
anno fa non lo erano. Lo sono divenuti in seguito. Spinti e orientati
dagli argomenti e dalla comunicazione politica. Di Salvini. Della Lega.
Gli
italiani. Non sono xenofobi per cultura e natura. Possono cambiare
ancora. Dipende dalla capacità dei soggetti sociali e politici che la
pensano "diversamente" di promuovere idee e convinzioni "diverse". Volte
a superare "la paura dell’altro".
Non per principio. Ma con "ragioni ragionevoli".