giovedì 8 novembre 2018

La Stampa 8.11.18
La Camera ai democratici
“È pronto l’impeachment”
La sinistra vuole sfruttare l’inchiesta sui rapporti del presidente con Mosca
di Paolo Mastrolilli


Investigare, legiferare, o fare un misto delle due cose. È il dilemma che devono sciogliere i democratici, per decidere la strategia da adottare nei prossimi due anni, con cui lanciare la corsa alla Casa Bianca nel 2020. Nelle dichiarazioni ufficiali, la probabile speaker della Camera Nancy Pelosi ha offerto la collaborazione bipartisan a Trump, per realizzare obiettivi comuni concreti nell’interesse dei cittadini. Una fonte interna al Partito democratico però ci rivela: «Diversi deputati stanno già preparando la richiesta per l’impeachment, e la presenteranno appena entreranno in carica».
La conquista della Camera consente all’opposizione di bloccare l’agenda del presidente, presentare la propria, e usare il potere di inchiesta delle commissioni per paralizzare l’amministrazione. Legiferare e realizzare obiettivi condivisi sarebbe la scelta più responsabile, ma non è detto che pagherebbe alle urne nel 2020. Investigare e ostruire sarebbe la reazione istintiva naturale, ma Trump già minaccia di usarla per costruirci su la sua campagna di rielezione, accusando i democratici di aver paralizzato gli Usa.
Pelosi ha indicato di voler seguire entrambe le strade. Ha detto che il suo partito ha già pronte diverse proposte di legge, alcune finalizzate all’approvazione collaborando con i repubblicani, e altre pensate per marcare il territorio. Tra le prime c’è un piano per ricostruire le infrastrutture, creando lavoro e crescita, mentre si ammoderna il paese. Poi c’è un’iniziativa per abbassare i prezzi delle medicine. Su questi due punti Trump è d’accordo, e quindi potrebbero procedere. Altri progetti di legge riguardano la protezione dei «dreamers», cioè gli immigrati illegali portati negli Usa dai genitori quando erano minorenni; la difesa della riforma sanitaria Obamacare; e l’aumento del salario minimo. Questi sono provvedimenti che serviranno ai democratici soprattutto per marcare il territorio e inviare segnali al proprio elettorato, perché il Gop e il presidente li bloccheranno. Trump invece ha sollecitato di lavorare insieme per un taglio alle tasse finalizzato ad aiutare la classe media, ma in cambio dovrebbe fare concessioni, e certamente non avrà i fondi per costruire il muro.
Pelosi ha detto anche che la conquista della Camera consentirà di ristabilire i «checks and balances» del governo, ossia i controlli sull’amministrazione che i repubblicani hanno evitato per due anni. Assumendo la presidenza delle commissioni, i democratici avranno il potere di aprire inchieste e obbligare i membri dell’esecutivo a testimoniare.
Tra i temi probabili ci sono la richiesta di vedere la dichiarazione dei redditi di Trump, il Russiagate, il licenziamento del capo dell’Fbi Comey, la decisione di separare i migranti bambini dai genitori, l’uso delle mail private e dei cellulari, l’intreccio fra gli interessi personali del presidente e della sua famiglia con quelli del governo. Il capo della Casa Bianca ha già avvertito che se scatteranno queste inchieste lui smetterà di collaborare, e chiederà al Senato di lanciarne altre contro i democratici.
Sullo sfondo, poi, c’è la questione Russiagate e impeachment, complicata dalle dimissioni del ministro alla Giustizia Sessions, il cui successore potrebbe cacciare il procuratore Mueller. Pelosi e i leader democratici finora sono stati prudenti su questo punto, perché sapevano che avrebbe incendiato gli animi della base trumpista, e perché ricordano come l’incriminazione di Clinton aveva finito per aiutarlo politicamente. Il licenziamento di Sessions però precipita la situazione.
Un operativo del Partito democratico, che ha lavorato personalmente al finanziamento delle campagne di diversi candidati vincenti contro i deputati repubblicani, ci ha spiegato così la strategia: «Le dichiarazioni sulla collaborazione bipartisan sono chiacchiere dovute, ma gli atti del presidente dimostrano già oggi che sarà impossibile. Ci attendono due anni di guerra, e aspettate di vedere il rapporto di Mueller».
La linea ufficiale era che i democratici volevano leggere il contenuto dell’inchiesta, prima di decidere se avviare la procedura per l’incriminazione, ma il nuovo segretario alla Giustizia potrebbe cacciare il procuratore speciale prima ancora di vedere il suo rapporto. «Io so per certo - conclude la nostra fonte - che alcuni deputati hanno già scritto la richiesta di impeachment, e la presenteranno appena si insedieranno».