La Stampa 7.11.18
Gialloverdi al test della laicità
di Gian Enrico Rusconi
L’operazione
si presenta complicata, le contestazioni saranno innumerevoli,
strumentali o legittime, ma il principio è stato affermato in modo
autorevole dalla Corte di giustizia dell’Unione europea: lo Stato
italiano deve recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa e dal no profit.
La cifra stimata (dall’Anci) è ragguardevole con i tempi che corrono per l’Italia: attorno ai 4-5 miliardi.
Che cosa farà adesso «il governo del popolo» giallo-verde? Come reagirà la Chiesa «aperta» di Francesco?
Probabilmente
né gli uomini di governo né gli uomini di Chiesa si rendono conto che
non si tratta soltanto di soldi e benefici materiali, ma dell’idea
semplice e concreta della laicità dello Stato. Invece probabilmente, in
modi diversi ma speculari, penseranno che siano in gioco sentimenti di
ostilità o di benevolenza verso la Chiesa - se non addirittura di fede
religiosa .
Che cosa succederà? È probabile che gli uomini di
Chiesa rimangano zitti, sperando che con quello che sta succedendo, la
faccenda finisca nel nulla. Dopotutto tocca al governo italiano prendere
l’iniziativa.
Non c’è più l’alibi offerto nel 2016 dal tribunale
Ue che parlava di impossibilità di recupero delle tasse non versate nel
periodo 2006-2011 «a causa di difficoltà organizzative». Con tono fermo
ora la Grande Chambre della Corte di giustizia denuncia che si tratta
di inefficienza dello Stato italiano, di difficoltà interne
esclusivamente ad esso imputabili. «Avrebbe dovuto esaminare nel
dettaglio l’esistenza di modalità alternative volte a consentire il
recupero, anche soltanto parziale, delle somme». Al contrario quel
condono tombale è stato una turbativa di mercato, un aiuto di fatto di
Stato alla Chiesa e alle organizzazioni non profit.
Ma a questo
punto il governo non saprà che cosa fare. Da un lato, tutto proiettato a
denunciare le ingiustizie, le magagne, le inadempienze dei governi
precedenti, si vede tra le mani un nuovo motivo di accusa per chi lo ha
preceduti - con in più la prospettiva di ricuperare qualche
preziosissimo miliardo. Ma dall’altro lato, è difficile vedere il
premier Giuseppe Conte, devotissimo di Padre Pio e del suo sistema
d’accoglienza e assistenza, mettere in difficoltà gli uomini di Chiesa.
Non sarà da meno Matteo Salvini, che dopo la sua esibizione in piazza
Duomo con Vangelo e rosario, è apparso recentemente nel giro sociale (e
mediatico) con la statua della Madonna di Medjugorje alle spalle. Oltre
tutto sarà pure imbarazzato di fronte ad una iniziativa presa da una
delle molte istituzioni europee da lui tanto malviste.
In breve
probabilmente «il governo del popolo» vedrà in questa vicenda una grana
in più anziché un’opportunità per un coraggioso atto di «laicità» -
concetto per la verità assente nel suo lessico.