sabato 3 novembre 2018

La Stampa 3.11.18
Il diritto e la sovranità nazionale
di Riccardo Arena

Palermo aveva dato la via, Catania la segue: Matteo Salvini non ha commesso reati perché nella vicenda della Diciotti le autorità italiane hanno solo preteso «il ripristino delle regole internazionali» che erano state violate da Malta. Regole in tema di soccorso e assistenza ai migranti: cercare di ottenerne il rispetto «significa affermare la sovranità nazionale». Dunque non è sequestro di persona, l’avere impedito lo sbarco dei 177 che vennero trattenuti dal 20 al 25 agosto nel porto di Catania.
Sono i principi di diritto fissati dal tribunale dei ministri di Palermo, che il 16 ottobre aveva trasmesso gli atti a Catania, dopo avere però negato la sussistenza della responsabilità di Salvini nel periodo compreso tra il 15 e il 20 agosto, quando la Diciotti incrociò al largo di Lampedusa: principi adesso recepiti dalla procura di Catania, che ha girato tutto al tribunale dei ministri etneo, seguendo la linea tracciata dal collegio palermitano e quindi chiedendo l’archiviazione. Intanto la competenza di una gran parte delle decisioni apparteneva non al ministero dell’Interno ma alla Guardia costiera, che dipende dal ministero delle Infrastrutture. E poi le pressioni politiche internazionali non sono sindacabili dal giudice penale. «Contestare formalmente l’inadempimento a Malta – aveva affermato il tribunale palermitano – rientra nelle valutazioni di opportunità della pubblica amministrazione, assolutamente insindacabili da parte del giudice penale, al quale è preclusa la possibilità di esercitare il controllo di legalità sulle scelte di opportunità e convenienza amministrativa».
Linea che il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro condivide, nonostante i suoi colleghi di Agrigento, Luigi Patronaggio, e di Palermo, Francesco Lo Voi, avessero ritenuto responsabile Salvini. Non ci fu sequestro di persona, aveva osservato il tribunale di Palermo, ma solo un «legittimo ritardo nella procedura amministrativa, dovuto alla contestazione tra due Stati sovrani». E quando ai migranti fu impedito di scendere a terra la contesa vide entrare in gioco il premier Conte che il 24 agosto chiese di convocare il Consiglio europeo e la Commissione proprio sul caso della Diciotti: nemmeno qui è configurabile un reato, perché l’Italia chiese solo il rispetto degli impegni internazionali.