La Stampa 29.11.18
Il ministro e la legittima difesa fatta sulla rete
di Marcello Sorgi
La
vicenda del gommista Fredy Papini, di Monte San Savino (Arezzo), che
esasperato dopo una quarantina tra furti e tentativi di furto subiti, ha
ucciso a colpi di arma da fuoco il giovane moldavo Vitalie Tonjoc,
rischia di diventare emblematica grazie alla solidarietà militante
fornitagli dal ministro Salvini, personalmente, in tv e sui social. Ed è
proprio sulla rete che un disgraziato che era andato a vivere nella sua
officina, per poterla meglio sorvegliare, e ha sparato appena i ladri
vi hanno messo piede, è stato trasformato in una specie di eroe, prima
ancora che sia chiaro come siano andati i fatti. Papini è indagato per
eccesso di difesa. Ma Salvini ha promesso al più presto una nuova legge
sulla legittima difesa, per rendere legale proteggere a mano armata la
propria casa o il proprio posto di lavoro. Proprio quest’aspetto - la
possibilità, cioè, di introdurre una specie di automatismo nella difesa
personale, saltando la necessaria valutazione dei comportamenti affidata
alla magistratura - era stato al centro anche del precedente dibattito
parlamentare, con divisioni, non solo tra destra e sinistra, ma anche
all’interno della sinistra.
Salvini invece ha preso spunto al
volo, diffondendo subito in rete l’hashtag #iostoconfredy, che ha avuto
immediatamente un record di rilanci e condivisioni, sull’onda
dell’emozione per quanto accaduto nel piccolo comune vicino ad Arezzo e
anche del riserbo tenuto dallo sparatore, che non ha voluto rispondere
al telefono a Salvini. Logico immaginare che non sarà facile, a questo
punto, per il magistrato, dopo la pubblica assoluzione da parte del
ministro e della rete, valutare se vi sia stato o no eccesso di difesa.
Così, attorno alla controversa questione della legge che il governo vuol
cambiare, non solo la legittima difesa, ma il normale fondamento dello
Stato di diritto viene rimesso in discussione. Perché appunto le leggi
dovrebbe farle il Parlamento, la magistratura applicarle, lasciando al
governo il compito dell’amministrazione. Qui invece il ministro la legge
se l’è fatta sulla rete, l’ha applicata personalmente concedendo
pubblica assoluzione al gommista che ha ucciso il ladro, senza lasciare
al giudice neanche il tempo di fiatare.