martedì 27 novembre 2018

La Stampa 27.11.18
La ministra Trenta:
“Sull’uranio impoverito basta silenzio”
di Francesco Grignetti


Il problema dell’uranio impoverito che causa danni alla salute dei soldati «c’è, esiste, ed io - scrive il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta - voglio approfondire ogni singolo caso, voglio ascoltare ogni singola voce. Dobbiamo rompere il silenzio spaventoso che c’è stato fino ad oggi».
Al ministero della Difesa con la gestione grillina s’annuncia più attenzione che mai ai problemi del personale. Non escluso il dramma delle malattie dovute alle esalazioni di uranio impoverito. Perché questo tipo di armi non sono nei nostri arsenali, ma vengono utilizzate regolarmente da forze alleate e poi, a operare in poligoni o in missioni all’estero, le esalazioni le respirano tutti.
Il tavolo tecnico
Perciò ieri la Trenta ha annunciato un «tavolo tecnico» dopo avere ricevuto Domenico Leggiero, responsabile dell’Osservatorio militare, ex sottufficiale dell’aviazione leggera dell’esercito, che dal 1999 si batte per i diritti dei militari e si occupa di uranio impoverito. «Gli ho comunicato di aver chiesto all’Avvocatura Generale dello Stato un resoconto complessivo su tutte le pendenze giudiziarie in corso. Voglio approfondire ogni singolo caso separatamente, perché ogni caso ha le sue specificità. E voglio ascoltare ogni voce: ad oggi, infatti, sul tema c’è stato un silenzio spaventoso e questo non è più accettabile. Occorre rompere questo silenzio». Sotto i suoi occhi c’è un documento emerso nei lavori parlamentari della scorsa legislatura, quando una commissione guidata da Gian Piero Scanu, Pd, parlamentare ben poco amato dal suo partito, trovò documenti terrificanti. C’è un memorandum della Sanità dell’esercito statunitense, ad esempio, del 16 agosto 1993, che avvertiva del pericolo: «Quando soldati inalano o ingeriscono scorie di uranio impoverito - scrivevano - essi incorrono in un potenziale aumento del rischio di cancro».
I lavori di quella commissione, che fu uno dei pochissimi casi di lavoro in armonia tra grillini ed esponenti di sinistra, tornano ora a galla. «A inizio 2018, praticamente quasi un anno fa - conclude la Trenta - la commissione di inchiesta parlamentare si è pronunciata con conclusioni chiare e inequivocabili, che come governo abbiamo il dovere di considerare. Ripeto: il tema dell’uranio impoverito è reale, concreto e non possiamo voltarci dall’altra parte». Ovviamente Leggiero è più che soddisfatto: «Un passaggio storico: per vent’anni, tutti i ministri sono intervenuti sulla vicenda dell’uranio impoverito solo per smentire o per accusare i ragazzi di strumentalizzare il caso. Ora, la ministra Trenta appare intenzionata a rompere il muro dell’omertà».