La Stampa 25.11.18
Il musicista che custodì le prove della carestia voluta da Stalin
di Giuseppe Agliastro
Rimasugli
di un terribile surrogato del pane e due messaggi alle generazioni
future. È l’eredità lasciata a tutti noi da un direttore di coro di
Kiev, Oleksiy Sorokin, per raccontare la tragedia del Holodomor: la
gravissima carestia provocata dal regime sovietico che mise in ginocchio
l’Ucraina negli Anni Trenta. Il maestro di musica pagò probabilmente
con la vita il desiderio di documentare il disastro causato dalla
collettivizzazione agricola forzata voluta da Stalin e la morte di
milioni di persone. Ma alla fine ha vinto la sua battaglia. I resti di
quella sorta di pane tanto nocivo per la salute sono arrivati fino a
noi. Sono stati scoperti la settimana scorsa da un dipendente
dell’Archivio centrale degli enti pubblici ucraini. E a tramandarceli,
ironia della sorte, sono stati proprio gli aguzzini dell’insegnante di
musica, che li avevano custoditi gelosamente come «prova» contro il
maestro.
Oleksiy Sorokin aveva 55 anni quando, nel 1932, l’Ucraina
sprofondò nell’inferno del Holodomor. Lui raccolse dei pezzetti del
surrogato del pane che veniva consumato nelle campagne attorno a Kiev e
li avvolse in un foglio di carta. «Ecco un esempio del pane mangiato dai
contadini nella primavera del 1932», si legge sul documento in russo.
«Non ne conosco gli ingredienti, questo campione è per voi, affinché li
scopriate». «A Kiev - scriveva il maestro - abbiamo del pane e non
moriamo ancora di fame. Ma non abbiamo abbastanza cibo».
Un anno
dopo la situazione pare decisamente peggiorata. Il 15 marzo del 1933,
Oleksiy la racconta in un breve manoscritto nel quale conserva altre
briciole di quel pane di pessima qualità che si mangiava ormai anche a
Kiev. «Nella primavera del 1933 - scrive - la fame opprime tutti gli
abitanti di Kiev in modo così duro che ci cibiamo di tutto quello che
capita. Invece del pane - spiega - cuociamo pagnotte fatte di scorze di
ghiande e bucce di patate con altre aggiunte. Lascio questo tipo di pane
ai posteri affinché possano sapere».
Oleksiy sopravvisse alla
Grande Fame. Ma non al Terrore staliniano. Il 26 giugno del 1941 la
polizia perquisì la sua abitazione e lo arrestò. Le sue testimonianze
sul Holodomor e i brandelli di pane furono archiviati come prove della
sua «infedeltà» all’Urss. Oleksiy aveva 64 anni. Fu spedito in un gulag
in Siberia e non fece mai più ritorno.
Il Holodomor colpì
l’Ucraina tra il 1932 e il 1933 e fu una diretta conseguenza della
collettivizzazione imposta con la violenza nel 1928. I villaggi venivano
perquisiti alla ricerca di cereali da attivisti del partito e agenti di
polizia, anche originari del posto. Nonostante la terra ucraina fosse
fertilissima, l’obbligo di cedere i raccolti per rifornire le città ed
esportare cereali condannò a morte milioni di abitanti di quello che era
considerato il granaio dell’Urss. Secondo alcune stime, persero la vita
3 o 4 milioni di persone. Una tragedia a cui si aggiunse l’orrore:
tanti furono infatti i casi di cannibalismo registrati dalle cronache
dell’epoca.
Il Holodomor - negato dall’Urss fino all’avvento della
perestrojka - è considerato da alcuni storici un genocidio contro il
popolo ucraino. I nemici designati dal regime erano i kulaki, i
contadini «benestanti», e con essi la popolazione rurale ucraina che
contrastava il socialismo e la collettivizzazione. Altri esperti
sottolineano che le persecuzioni non prendevano di mira un’etnia in
particolare e che gravi carestie in quel periodo si registrarono anche
in alcune aree della Russia e dell’Asia centrale.
Di sicuro il
Holodomor fu un crimine contro l’umanità. L’Ucraina ieri ne ha
commemorato le vittime, come fa ormai ogni anno il quarto sabato di
novembre.