La Stampa 25.11.18
Rinasce Ordine Nuovo
L’ascia bipenne torna, tra ex terroristi neri, vecchi fascisti e nuove leve
Il
figlio di Graziani ridà vita al centro studi da cui nacque il movimento
sciolto nel 1973 perché violava il divieto di ricostituzione del
partito fascista
di Andrea Palladino
E’ un
ritorno annunciato in sordina, con messaggi sui social e un post sul
blog Fascinazione di Ugo Maria Tassinari. Nessun indirizzo, nessun
riferimento a sedi, ma il Centro studi Ordine Nuovo è tornato operativo,
dopo decenni di silenzio. Il promotore non è uno qualsiasi. Rainaldo
Graziani, 57 anni, è il figlio di Clemente, il fondatore
dell’organizzazione neofascista insieme a Pino Rauti. Una sorta di
continuità, di padre in figlio. Attivo nel riproporre la sigla è anche
Maurizio Murelli, editore milanese della rivista d’area Orion, uno dei
punti di riferimento dell’ideologo russo Aleksandr Dugin in Italia e già
condannato negli anni 70 per il lancio della bomba a mano che uccise,
nel 1973, l’agente di polizia Marino.
Dallo scorso anno Ordine
Nuovo ha anche un indirizzo internet - con un sito al momento offline -
ma attivo fino a pochi mesi fa. Il dominio – ordinenuovo.org – è stato
registrato dalla Cooperativa sociale Arnia, la stessa organizzazione che
ha accolto Dugin a Palazzo Reale a Milano il 4 novembre scorso, come ha
raccontato La Stampa. L’azienda gestisce da diverso tempo la Corte dei
Brut in provincia di Varese, tra corsi sulle rune, mostre d’arte ed
incontri con lo stesso Dugin. Qui, a pochi passi dal lago, l’ideologo
dei tradizionalismo russo ha ricevuto in dono la lampada di Yule, il
simbolo del solstizio d’inverno celebrato dalle SS durante la Seconda
Guerra Mondiale.
I fondatori: vecchie conoscenze e nuove leve
Tra
i soci fondatori della cooperativa proprietaria del dominio internet di
Ordine Nuovo ci sono diversi esponenti del mondo nero: l’ex Nar Egidio
Giuliani e Giovanbattista Ceniti, condannati per l’omicidio del cassiere
di Mokbel, Silvio Fanella, avvenuto a Roma nell’estate del 2014. C’è
poi Ines Pedretti, compagna di Graziani, già candidata nel 2016 per il
partito Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori. Una sigla che la
giustizia amministrativa ha ritenuto in «contrasto con la disciplina
costituzionale, in ragione della dizione letterale del movimento (nel
contrassegno) e del richiamo ad ideologie autoritarie
(nazionalsocialismo e nazismo)», decisione confermata dal Consiglio di
Stato lo scorso maggio.
Il progetto di ricostituzione della sigla
neofascista attiva negli anni 60 è stato annunciato su Facebook da
Maurizio Murelli il 6 febbraio 2017, pochi giorni dopo la registrazione
del dominio internet: «Nuntio vobis gaudium magnum: con altri compagni
di strada ridaremo vita al: “Centro studi Ordine nuovo”», scrive l’ex
terrorista di destra. Sotto 81 commenti, in gran parte entusiasti.
Gabriele Adinolfi – condannato in via definitiva nel 1987 per
associazione sovversiva nell’ambito del processo Terza Posizione, oggi
ideologo d’area vicinissimo a CasaPound – saluta subito l’iniziativa:
«Ottimo!», scrive.
Il video del primo incontro tra maosti e militanti di Terra Insubre
L’unico
incontro di cui si trova traccia in rete è avvenuto a Roma il 18 maggio
scorso. Un titolo dai toni alti, “Sinergie e non moderne
contrapposizioni per cavalcare il futuro”, poco persone su una terrazza
romana al tramonto e tante nuove leve, presentate al gruppo. C’è il
ventenne che si definisce “maoista”, un militante di “Terra insubre”, il
gruppo della provincia di Varese riferimento tradizionale della Lega,
il ricercatore di germanistica venuto da Parigi. Una nuova leva pronta a
prendere in mano il testimone della sigla più tristemente nota della
storia della prima Repubblica. Tra il pubblico girava un volumetto, con
lo stemma di Ordine Nuovo e tre date: 1962, 1993 e 2018. La prima
richiama la prima storia del Centro studi fondato da Clemente Graziani e
Pino Rauti. La seconda richiama un altro passaggio storico dei primi
anni 90, quando nacque la sigla Meridiano Zero, mentre Delle Chiaie
promuoveva la Lega nazionalpopolare. La terza data spiega come il
progetto ordinovista stia tornando, mentre l’Europa si tinge di nero.
Cos’è stato Ordine Nuovo e perché fu sciolto nel 1973
Il
Centro Studi Ordine Nuovo era stato fondato nel 1956 dalla scissione di
alcuni elementi radicali dal Movimento Sociale Italiano. Secondo la
testimonianza di Vincenzo Vinciguerra – terrorista nero condannato per
la strage di Peteano - «Ordine nuovo non era soltanto quel sodalizio
culturale tanto decantato da Pino Rauti», come spiega nel libro “Storia
di Ordine Nuovo” lo storico Aldo Giannuli, già consulente dei Tribunali
di Brescia e Milano per le inchieste sulle stragi. Tra il 1962 e il 1965
l’organizzazione si evolve, ampliando la sua influenza, grazie ai
rapporti con i servizi segreti del regime franchista. In quell’epoca
Clemente Graziani – padre di Rainaldo – attraverso il “Centro studi e
documentazione sulla guerra psicologica” puntava all’organizzazione di
una «Legione Internazionale di destra», come ricorda Giannuli. Nel 1965
Ordine Nuovo, insieme all’Istituto Pollio, promuove il convegno
all’Hotel Parco dei Principi, ritenuto uno dei punti di partenza della
successiva strategia della tensione. In quell’epoca – raccontano i
documenti acquisiti nei processi sulle stragi – l’area dell’estrema
destra era di fatto organica alle agenzie di intelligence italiane e
straniere. «Con il convegno Parco dei Principi – scrive Giannuli –
Ordine Nuovo iniziava una fitta serie di iniziative dirette a
sensibilizzare l’opinione pubblica sulla Guerra rivoluzionaria,
svolgendo, di fatto il ruolo di public relations per conto dello Stato
Maggiore dell’Esercito». In questa prima fase aderirono al Centro studi
terroristi di destra poi condannati per le stragi. E’ il caso di Carlo
Maria Maggi - «ispettore regionale e membro del comitato direttivo
nazionale» di Ordine Nuovo, ricorda Giannuli – condannato in via
definitiva per la strage di piazza della Loggia a Brescia.
Il
punto di svolta arrivò nel dicembre 1969, quando Pino Rauti rientrò nel
Msi. L’organizzazione cambia sigla, divenendo “Movimento Politico Ordine
Nuovo”, con alla guida lo stesso Graziani. Sarà questo il gruppo che
verrà poi sciolto il 23 novembre 1973 dal ministro Paolo Emilio Taviani.
Un atto che divenne una sorta di segnale verso gli apparati di
sicurezza: nessuna complicità con l’estrema destra poteva essere
tollerata.
Il cavillo per non incorrere nell’ordine di scioglimento
Qualcuno
suggerisce di cambiare il nome ricordando come Ordine Nuovo e
Avanguardia Nazionale furono sciolte per decreto ministeriale. «Sciolto
il Movimento Politico Ordine Nuovo, non Il Centro studi Ordine Nuovo»,
risponde Murelli. Passaggio corretto, visto che il decreto del 23
novembre 1973, firmato dall’allora ministro dell’Interno Taviani, faceva
riferimento al “Movimento politico” Ordine Nuovo, sigla promossa,
sempre da Clemente Graziani, alla fine degli anni 60. Murelli, però, ci
tiene a specificare che della giustizia a loro poco importa: «Per il
resto: “Me ne frego!” perché nessuna autorità giudiziaria può decidere
al posto mio come io voglio essere chiamato».
Il sito del Centro
Studi Ordine Nuovo riporta pochi documenti. In fondo alla Home page si
può leggere una sorta di manifesto: «Uomini “differenziati” dunque, che
vuoi per “genoma culturale” o vuoi perché in qualche forma
“predestinati” (…) sentono il dovere di indicarne le storture, gli
aspetti patologici e degenerativi a livello umano e sociale, proponendo
delle alternative, delle soluzioni, delle vie di uscita e di
riposizionamento in ordine agli scenari futuri che già si profilano e
che, in taluni casi, rappresenteranno veri e propri terreni di scontro
che determineranno di volta in volta nuovi assetti e nuovi modelli
sociali».