sabato 24 novembre 2018

La Stampa 24.11.18
Medici in sciopero, ospedali in tilt
Rinviati quarantamila interventi
Adesione fino al 90 per cento quasi in tutta Italia. La ministra Grillo promette stanziamenti
di Paolo Russo


Corsie semideserte, porte degli ambulatori sbarrate, 40 mila interventi chirurgici rinviati a data da destinarsi. Il «Black Friday degli ospedali» ha visto i medici aderire allo sciopero con percentuali dell’80-90%.
I sindacati di categoria ieri minacciavano nuovi scioperi già dal prossimo mese, ma il successo della prima giornata di protesta sembra aver smosso un po’ le acque. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ieri ha ricevuto i rappresentanti dei camici bianchi assicurando che qualcosa in finanziaria entrerà per accogliere almeno in parte le loro richieste. Dovrebbero arrivare circa 60 milioni per l’indennità di esclusiva, che spetta ai medici che rinunciano a lavorare nel privato. E dovrebbe essere cancellata l’anacronistica disposizione, introdotta nel 2010, che obbliga le Regioni e non spendere per il personale della sanità più di quanto corrisposto nel lontano 2004, diminuito anche dell’1,4%. Una barriera invalicabile per chi volesse assumere forze nuove per compensare i pensionamenti passati e futuri.
«Già oggi -spiega Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao- la dotazione organica si è ridotta del 10% rispetto al 2009, facendo mancare novemila medici. Ma con la legge Fornero nei prossimi 5 anni andranno in pensione altri 45 mila tra medici, dirigenti sanitari e veterinari: numero che metterebbe in ginocchio qualsiasi sistema sanitario nazionale». Il problema è che, pur tolti i paletti sui limiti di spesa, non si sa dove trovare i soldi per le assunzioni, visto che il Fondo sanitario nazionale per il 2019 è aumentato del miliardo già programmato lo scorso anno, pari solo allo 0,88% dello stanziamento complessivo. E 560 milioni serviranno per pagare i 10 anni di aumenti arretrati ai medici, senza i quali la serrata della sanità è dietro l’angolo. Quei soldi, stabilisce la normativa, li avrebbero dovuti accantonare di anno in anno le regioni, che invece - quasi tutte - li hanno spesi per far sopravvivere un sistema sanitario che negli anni ha incassato oltre 30 miliardi in meno rispetto a quelli programmati dai vari governi.
Intanto il sindacato medico Cimo ha inviato una segnalazione alla Corte dei Conti perché valuti se aprire un’indagine nei confronti di 11 regioni che non avrebbero accantonato le somme per il contratto, prefigurando un danno erariale attribuibile alla loro condotta. Ma per evitare altre serrate ospedaliere occorrerà che la moral suasion della Grillo sul titolare dell’Economia, Giovanni Tria, faccia rimpinguare un piatto che per i medici continua a piangere.