La Stampa 22.11.18
Un network di commesse militari con Israele
di Federico Capurso
Nelle ultime due settimane i rapporti tra Italia e Israele si sono intensificati, soprattutto sul piano degli scambi militari.
Domani
sarà a Roma il segretario generale della Difesa israeliano per
incontrare il suo omologo italiano Niccolò Falsaperna. Sul tavolo c’è la
volontà di accelerare su un progetto rimasto arenato a lungo, che
riguarda la costruzione in Italia di un simulatore aereo, dotato di
tecnologia proveniente da Gerusalemme, che verrà messo a disposizione
dell’aeronautica israeliana. «Non sarà poi passato inosservato il nostro
acquisto di droni da Israele e il loro acquisto di jet costruiti da
Leonardo», commenta una fonte interna al governo. E si starebbe
iniziando a trattare anche per una commessa da circa un miliardo di euro
che Israele potrebbe pagare per l’acquisto di elicotteri militari
costruiti da Leonardo, in cambio di un nostro acquisto per un sistema di
radar trasportati a bordo dei jet militari, gli Airborne warning and
control system.
Le trame dei rapporti economici e militari tra i
due governi, dunque, si stanno sempre più infittendo. Dagli incontri a
Tel Aviv in occasione della conferenza Homeland security &
cyber, il 12 novembre scorso, all’evento culturale «Il coraggio della
verità» che la settimana prossima si terrà alla Sal Zuccari del Senato,
al quale dovrebbe partecipare il ministro per gli Affari strategici
israeliano Cilad Erdan. Nelle ore successive all’evento culturale,
spiegano fonti del governo italiano, sarebbero già stati organizzati una
serie di incontri politici con Erdan e che coinvolgeranno soprattutto
membri del governo di sponda leghista. Sia per cementare futuri accordi
militari che per preparare la visita in Israele di Matteo Salvini,
prevista per l’11 e il 12 dicembre. E sullo sfondo, l’idea accarezzata
da Gerusalemme di aiutare il governo italiano ad alleggerirsi del peso
del petrolio che viene importa dall’Iran.
La questione siriana
I
dossier sono già tra le mani del presidente del Consiglio Giuseppe
Conte. Sono stati informati gli Stati Uniti e anche Mosca, che avrebbe
già dato il suo placet. Il governo di Vladimir Putin, al di là dei
rapporti con Teheran, è interessato sopra ogni cosa alla stabilità di
quell’area, dove Israele viene considerato da Mosca come un attore
fondamentale per mantenere la pace. La stessa Russia inizia a soffrire
l’eccessiva presenza delle truppe iraniane in Siria. Un impegno di
Palazzo Chigi per infiacchire economicamente Teheran, al fianco di
Israele, potrebbe così aprire un canale diplomatico per far entrare le
aziende italiane negli accordi per la ricostruzione. Tutti tasselli che
poggiano su scenari diversi, ma che costituiscono il disegno di uno
stesso grande mosaico.