La Stampa 22.11.18
Il giallo del ragazzino travolto dal treno
Il 15enne ha atteso il convoglio giù dalla banchina, poi non è riuscito a evitarlo. Nell’area nessuna telecamera
di e. ran.
È
un corteo mesto. Gruppi di persone che sbucano dalle via laterali di
via Cavour, a San Giorgio su Legnano. Ragazzi, facce segnate di
lavoratori più grandi, madri di famiglie con il velo, hanno tutti la
stessa espressione attonita. Si infilano su un ciottolato tra due
palazzi di case popolari di tre piani. La loro visita è un segno di
rispetto nei confronti del loro imam. Da martedì sera, in questa casa
color rosa, il figlio più grande del padre spirituale di questa comunità
legnanese, non c’è più. E qui, tutti vogliono dare un segnale di
vicinanza e di rispetto. Le visite durano un attimo e, poi, si riprende
la strada d’uscita.
Abdul El Essaidi aveva 15 anni. Nato in Italia
da una famiglia di origini marocchine, due fratelli e una sorella più
piccoli, studente regolare di un istituto tecnico di Legnano. Nessuna
segnalazione strana. Sui profili social, un ritratto sempre sorridente e
una faccia da bravo ragazzo.
Martedì sera, poco prima delle 19,
sceso dal treno che lo riportava a casa dopo l’allenamento di calcio, si
era fermato con gli amici prima di rientrare a casa per cena. Lui e K.,
tredici anni, hanno iniziato a giocare sulla banchina tra il secondo e
il terzo binario. Il gioco è degenerato. Quello che è successo dopo
sembra non del tutto chiaro. Gli amici del quindicenne giurano che K. lo
abbia sfidato in una prova di coraggio sui binari. Il ragazzo sostiene
invece di essere stato lui a essere stato invitato a dare una prova di
coraggio.
Abdul, ed è certo, è sceso tra le rotaie, si è sdraiato
invitando K. a fare lo stesso. I testimoni giurano che a quel punto, il
quindicenne sarebbe stato ingannato dall’arrivo di due treni. Uno sul
secondo binario che procedeva in senso opposto, lo avrebbe distratto e
gli avrebbe impedito di accorgersi che sul terzo stava arrivando quasi
in contemporanea il regionale Milano-Domodossola. Inutile la frenata di
emergenza e la sirena di avvertimento azionata prontamente dal
macchinista. L’impatto è stato letale. Abdul, secondo i testimoni, è
stato investito dopo che si era alzato e tentava di raggiungere
disperatamente la banchina, conscio del pericolo. Sapere oggi chi dice
il vero, in realtà sembrerebbe davvero poco importante.
La procura
di Busto Arsizio ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. Al
momento contro ignoti. Con buona probabilità, il fascicolo al momento
sembra destinato a una probabile archiviazione. Qualsiasi sia stato il
comportamento del tredicenne, non è comunque imputabile. Su quel lato
decentrato della stazione, inoltre, non ci sono telecamere. E questo non
aiuta a ricostruire l’esatta dinamica.
È stato comunque un gioco
folle finito male, ma soprattutto un caso isolato? Nella piccola
stazione di Parabiago giurano di sì. Nella stanzetta angusta dei
capistazione, non risulta che quella sfida folle che si è consumata
martedì sera, fosse mai successa prima.