sabato 17 novembre 2018

La Stampa 17.11.18
Arrestato l’adescatore seriale con 8 mila video pedopornografici


Hanno trovato anche dei video dove si vedono ragazzine che vengono torturate brutalmente, tra gli ottomila file (soprattutto foto) sequestrati nell’abitazione di un operaio edile residente in Valbisagno, a Genova.
L’uomo aveva catalogato le immagini e i filmati in un hard disk, con descrizioni della tipologia di violenze e l’età delle protagoniste; lasciando senza parole, per la sua meticolosità, perfino gli agenti della polizia postale che lo hanno arrestato e portato in carcere.
Era da due mesi che gli uomini del vicequestore aggiunto Tiziana Pagnozzi stavano dietro al quarantenne, da quando era stato trovato in possesso di materiale informatico illegale; quelli della postale hanno faticato un bel po’ a scoprire chi si nascondesse dietro l’indirizzo Ip (l’etichetta numerica che identifica univocamente un pc) dal quale partivano richieste a sfondo sessuale alle utenti con meno di 18 anni dei social network più frequentati.
Sulle tracce dell’orco
La persona che si celava con una serie di sotterfugi telematici piuttosto complessi, dopo aver chiesto l’amicizia e conquistata la fiducia, dalle minori voleva soprattutto fotografie senza veli.
Ma non c’era solo un’attività, per così dire, alla luce del sole: l’orco si muoveva in quello che in gergo viene chiamato deep web, ovvero la rete sommersa. Lì l’uomo condivideva e acquisiva video e filmati di bambine abusate e donne seviziate. Così gli 007 in divisa lo hanno attirato in una trappola e lo hanno identificato, scoprendo che era un soggetto pericoloso, dato che in passato era stato condannato a quattro anni per tentata rapina e violenza di alcune prostitute (di cui una minorenne).
Anche in quel caso era stato Internet il suo grimaldello: abbordava le escort sui social network e dava loro appuntamento per raggiungere insieme le colline genovesi. Poi mostrava la sua vera identità: violenza, rapina e fuga. Insomma, una personalità socialmente pericolosa: un «accumulatore compulsivo» di materiale pedopornografico e insieme un «violentatore seriale»: per questo il vicequestore Pagnozzi e il commissario Danilo Bisio hanno parlato con il sostituto procuratore Gabriella Dotto; e il pm ha chiesto il provvedimento cautelare al gip Paola Faggioni.
La polizia postale, con il mandato di perquisizione in mano, si è presentata alla porta dell’indagato e una volta nel suo appartamento si è messa alla ricerca dei file che aveva scaricato grazie alla rete sommersa o carpendo la fiducia delle utenti dei social cadute nelle sue grinfie.
Neppure gli agenti però credevano di trovare così tanto materiale, tra fotografie e filmati erano ottomila documenti. Dopo aver fatto scattare le manette gli inquirenti stanno visionando tutto. Ci vorrà del tempo e soprattutto stomaco, dato che alcuni file sono davvero strazianti.